"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

domenica 29 gennaio 2012

pubblicità?

Angoli di Mondo ama i piccoli passi, regolari e cadenzati, nella sobrietà e nella tenacia, ma cerca di cogliere anche occasioni nuove, se riflettono i suoi obiettivi e il suo stile. E così, di fronte alla proposta dei proprietari del Parco Lonzina di gestire un bar in cima al colle, dopo lunghe riflessioni sui rischi, le opportunità, le compatibilità con il nostro modo di lavorare, le speranze, i sogni, Angoli di Mondo ha deciso di accettare la sfida.

Nasce così il nuovo Equobar, nel bosco di Parco Lonzina (ex Zoo Parco).
A Tramonte (3 km. da Abano) si imbocca Via Chiesa Tramonte, la strada con un capitello giallo all’angolo. Le prime curve della salita (3,5 km.) risultano impegnative, ma poi il percorso diventa un piacevole saliscendi, per regalarci l’ultimo tratto completamente immerso nel bosco.
In cima al colle (200 metri di altitudine) vi aspettano un grande parcheggio, un equo bar ristoro, un parco con asini e caprette, il tutto in un’oasi verde, ricca di vegetazione,crocevia di varie passeggiate naturalistiche.
Sono già presenti alcune Associazioni: 1) “A Passo Lento”, 2) “Elisabetta d’Ungheria”.   Altre sono in arrivo.

Angoli di Mondo gestirà il punto ristoro con una ricca offerta di prodotti del Commercio Equo e Solidale, prodotti biologici e prodotti locali.
La struttura dispone anche di un’ampia sala (la ex Capannina) che sarà disponibile  per rinfreschi, feste, banchetti, matrimoni, convegni, il tutto all’insegna della sobrietà, ma anche del buon gusto, del mangiare bene e sano, immersi nel verde e lontani dal PM10 della città. 
Angoli di Mondo potrà fornire il servizio di catering per tali eventi.
E infine un grande palco per spettacoli all’aperto, con numerosi posti a sedere, interamente protetti da tensostruttura, per evitare il rischio di spiacevoli rinvii in caso di pioggia.

Da sabato 28 gennaio il bar sarà aperto “in via sperimentale” il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 17.30.


venerdì 27 gennaio 2012

Cementificio di Monselice, come andrà a finire?


Il 17 gennaio si è svolta a Roma l'udienza del Consiglio di Stato al quale hanno ricorso i legali di Italcementi, Parco Colli, Provincia di Padova, Comune di Monselice, Confindustria Padova e Confindustria Veneto, per contrastare la sentenza del Tar Veneto, che il 6 maggio 2011 ha bocciato il progetto di Revamping presentato dai cementieri. Ricordiamo che nella sentenza del Tar, oltre a riconoscere la legittimità dei comitati "E Noi?" e "Lasciateci respirare", si affermava che l'intervento proposto viola l'articolo 19 del Piano ambientale del Parco, poiché non si tratterebbe di un semplice adeguamento tecnologico ma di una nuova cementeria destinata a durare 28 anni. Il deposito della sentenza è atteso tra i 30-45 giorni dal momento dell'udienza. Un iter velocissimo visto che solo il 17 gennaio 2011, era stato notificato il ricorso dei comitati al Tar.
Nel frattempo, il 24 gennaio c'è stata la convocazione dell'Ente Parco Colli di tutte le parti coinvolte, per parlare del futuro delle cementerie ed avviare il processo che dovrebbe portare a un “Accordo di Programma” previsto dal Piano Ambientale, per la riconversione o la rilocalizzazione dei cementifici. In realtà si è trattato di un incontro interlocutorio, dove erano presenti i rappresentanti del Parco Colli, di Confindustria, della Regione Veneto, dei Sindacati e dei Comitati, i legali dei cementifici e i Sindaci di Este e Baone. Assenti con motivazioni diverse il Ministero dell'Ambiente, i Sindaci di Monselice e Arquà Petrarca. I lavori dovrebbero ora proseguire con un tavolo istituzionale coordinato dalla Regione Veneto ed un momento di confronto parallelo coordinato dal Parco, con tutti i portatori d'interesse e le varie associazioni di categoria.
Restiamo convinti che, indipendentemente dal responso del Consiglio di Stato, abbiamo tutti l'obbligo di individuare quali possano essere le scelte migliori per il futuro dei nostri figli e di questo territorio.
Partiamo dal dato che vede a Monselice l'impiego di 7.712 addetti nei vari comparti. Gli addetti nelle cementerie rappresentano meno del 3% e a regime dopo il Revamping, potrebbero ulteriormente diminuire. Fermo restando che ogni posto di lavoro è importante, abbiamo però un riferimento realistico dell'entità numerica su cui ci siamo profondamente divisi e su cui si gioca il futuro di questo territorio.
Nei dati forniti dall'Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento di Confindustria), si evince che la produzione di cemento in Italia si è ridotta circa del 30%, passando dai 48 milioni di tonnellate del 2006 ai 34 milioni di tonnellate nel 2010. Un calo riconfermato nelle relazioni trimestrali del 2011. Anche se dovesse esserci una ripresa, tutti sappiamo chenon è più raggiungibile e nemmeno auspicabile, una produzione e un utilizzo così intensivo dei livelli pre-crisi, poiché nel Veneto si sono raggiunti livelli di consumo di cemento pari a 1100 Kg abitante/anno contro una media europea di 400 kg abitante/anno.
Nell'analizzare questi dati, l'associazione dei cementieri ha indicato nell'uso dei rifiuti come combustibile, la ricetta per uscire dalla crisi. Si tratterebbe di una scelta capace di travolgere il nostro territorio, dove sono presenti tre cementerie, che è bene ricordarlo, pur utilizzando rifiuti, godono di limiti di emissione anche di 10 volte superiori a quelli degli inceneritori.
Per questo motivo abbiamo responsabilmente accettato di dare il nostro contributo al “Tavolo dei cementifici”, al fine di delineare i percorsi per uscire dalla crisi in modo responsabile e coerente con la nuova vocazione del territorio. Da parte nostra abbiamo già tentato di abbozzare proposte alternative, ma la praticabilità anche di buone idee, presuppone un impegno trasversale, politico e sociale. Se dovesse affermarsi la volontà di discutere in questa direzione, il territorio e la componente politica che lo amministra potrebbero con forza avanzare progetti sostenibili dalla Comunità Europea, tra i quali quello di "Orizzonte 2020", che prevede programmi di finanziamento già a partire dal 2014.

Francesco Miazzi - Comitato "lasciateci respirare" Monselice 

domenica 22 gennaio 2012

per non dimenticare

Segnaliamo con piacere un evento che merita la nostra attenzione: 
Venerdì 27 gennaio alle ore 21.00 nella biblioteca Marchesi di Battaglia Terme Francesco Selmin presenterà il suo libro NESSUN "GIUSTO" PER EVA.
Inoltre canzoni yiddish interpretate da Nicole Babou, Lou e Michel Oddon.

venerdì 20 gennaio 2012

Il vesperamento

SABATO 4 FEBBRAIO ALLE ORE 14,30 TUTTE LE VESPE PASSATE PRESENTI E FUTURE SI RITROVERANNO  PER RONZARE RONZARE RONZARE E PUNGERE PUNGERE PUNGERE. CHI VOLESSE PARTECIPARE SI DEVE PRESENTARE MUNITO DI PUNGIGLIONE. NELL'OCCASIONE VERRA' APERTO IL TESSERAMENTO. INOLTRE ESSENDO PASSATI DUE ANNI SI TERRA' ANCHE L'ELEZIONE DELLA REGINA O DEL PRESIDENTE. DELLA TESORIERA. DEL DIRETTIVO. TUTTO CIO' NEL SOLITO ALVEARE IN PRESTITO LUNGO IL CANALE DELLA BATTAGLIA! ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

martedì 17 gennaio 2012

Chi ha vinto il referendum sull'acqua?



L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.

domenica 15 gennaio 2012

Paesaggi del viaggiatore, paesaggi del turista

All'interno del sito de LaVespa potete trovare il calendario e lì leggere dei vari viaggiatori che hanno attraversato il nostro paese e come l'hanno descritto. Saper mescolare il modo di vedere il paesaggio è fondamentale per valutare e difendere il territorio che ci circonda e la sua evoluzione. Perciò vi segnaliamo questo corso.

Il tema del Corso Paesaggi del viaggiatore, paesaggi del turista: come cambiano i luoghi e gli sguardi, coordinato da Antonella Pietrogrande, intende ri-esplorare il legame che unisce il paesaggio al viaggio. Il paesaggio è ciò che, di un dato luogo, appare a chi viene da fuori. Perché il paese divenga paesaggio, è spesso necessario che esso sia colto con il distacco dello straniero di passaggio, capace di percepire come uno spettacolo i luoghi che a volte si abitano senza mai guardarli veramente. Il viaggio, nella pluralità di modi in cui si esplica – dalle scoperte geografiche alle conquiste militari di territori e imperi, dai pellegrinaggi nei luoghi santi alle emigrazioni, dal Grand tour, inteso come esperienza di formazione, fino alla ricerca post-moderna dell’ultimo eden naturale – è il motore di una serie di relazioni tra l’uomo e i luoghi osservati.
Mai come ora però l’uomo occidentale aveva così tanto guardato il mondo in qualità di viaggiatore. E mai questo mondo gli si era così imposto come paesaggio. Lo sviluppo di una visione paesaggistica del mondo trae alimento dal vasto movimento di sradicamento delle popolazioni occidentali. Siamo entrati nel tempo dell’iper-mobilità. Lo spazio vissuto del nostro quotidiano non dà più l’idea di un’immagine bloccata, ma scorre davanti ai nostri occhi. Siamo degli sradicati sistematici che sognano di esotismo, ma anche, e nello stesso tempo, di un legame ritrovato con la terra, di un suolo su cui poter fermare le nostre vite nomadi. Il paesaggio contemporaneo si trova all’incrocio di questi due sogni: sogno di ancoraggio e sogno di altrove, che sembrano contraddirsi e che, invece, si fondono uno nell’altro.
Il turista è sempre meno lo straniero, e l’altrove paesaggistico non è mai stato così vicino. Mostrando ovunque il proprio volto paesaggistico, i nostri territori fanno vedere il potere acquisito grazie al valore dello sguardo che si sovrappone e si combina a quello di tutte le altre risorse. Non ci sono più, o quasi, luoghi che possano veramente fare a meno di essere turistici; ed è alla luce di ciò che li si vede cambiare. Non ci sono più, o quasi, luoghi dove lo sguardo non sia divenuto padrone e che non siano sottomessi alle leggi di questa spettacolarizzazione imposta dalla necessità di soddisfare il turista, ma anche colui che si potrebbe definire il viaggiatore-abitante.
Il Corso propone il punto di vista di vari specialisti: dall’architetto paesaggista al filosofo, dal geografo al letterato, dal botanico allo storico. L’obiettivo è quello di tentare di capire i luoghi e lo sguardo dall’esterno, turistico ma non solo, che ne condiziona la percezione, contribuendo al disegno di nuovi paesaggi.
Oltre alle lezioni teoriche, che si svolgeranno presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova dal 19 gennaioal 31 maggio, sono previste tavole rotonde, seminari, visite a giardini e a paesaggi. Dal 3 al 6 maggio, sarà effettuato il viaggio di studio: Bologna, la collina e l’Appennino. Viaggi, paesaggi e trasformazioni fra memoria e attualità.
Antonella Pietrogrande, Gruppo Giardino Storico dell'Università di Padova

sabato 14 gennaio 2012

ACQUA: siamo assetati di democrazia

Il Governo Monti pensa di mettere in campo un'iniziativa legislativa sui servizi pubblici locali (acqua inclusa), a partire dal Consiglio dei Ministri del prossimo 20 gennaio.

Qualsiasi sia il provvedimento proposto sarà inevitabile la contrapposizione con l'esito referendario e il mancato rispetto della volontà popolare.
In merito ci vengono in aiuto un articolo de Il Sole 24 Ore di ieri  e un documento che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato al Governo lo scorso 05 gennaio .
Il quotidiano di Confindustria, sempre ben informato sulle intenzioni del Governo, oltre a scrivere diverse "imprecisazioni" sulle posizioni dei referendari, arriva a proporre la definizione delle forme di gestione del servizio idrico: per cui sostanzialmente si dovrebbe tornare alle tre forme di gestione (gara, società misto pubblico-privata, e affidamento "in house"), così come previsto dall'art. 113 del TUEL per tutti i servizi pubblici, poi successivamente traghettato nell'art. 150 del Decreto Ambientale per quanto riguarda l'acqua. Inoltre propone di mettere paletti ben precisi all'affidamento "in house".
In questo modo si arriverebbe ad escludere la possibilità di gestione tramite enti di diritto pubblico disconoscendo di fatto l'esito referendario.
L'Antitrust va ben oltre e arriva a chiedere al Governo l'estensione a tutti i servizi pubblici locali (quindi acqua inclusa) delle norme inserite nell'art. 4 della "manovra estiva". Infatti nel suo documento chiede di "limitare i casi di esclusione dalla nuova disciplina".
Questi, dunque, sembrano essere i propositi del Governo dei professori a cui va data sin da subito un'adeguata risposta affinchè si scongiuri la loro concretizzazione.
Per questo è stato predisposto l'appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!" che inoltriamo di seguito e in allegato, su cui è pronta una raccolta di firme on line. Puntiamo a raccogliere migliaia di firme già entro il weekend!



Firma e fai firmare l'appello del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

"Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!"
Diffondiamolo tra i nostri contatti, pubblichiamolo sui siti, blog, su facebook e richiediamo la sottoscrizione di personalità illustri del mondo della cultura e dello spettacolo, così come anche di giuristi, segnalandole alla segreteria operativa ( segreteria@acquabenecomune.org ) in modo da aggiornare costantemente il nostro sito.
Iniziamo una martellante campagna di comunicazione per bloccare le nefaste 
intenzioni del Governo Monti.
E' necessaria, infatti, una mobilitazione straordinaria in tutti i territori: organizziamo banchetti e volantinaggi per informare le cittadine e i cittadini, organizziamo iniziative (presidi in luoghi simbolici e visibili, dibattiti e assemblee pubbliche, flash mob etc etc), attiviamo i contatti con i media locali per denunciare i propositi del Governo, ritiriamo fuori le bandiere dell'acqua, appendiamo quelle della campagna di "Obbedienza civile", esponiamo striscioni.
Diamoci da fare, mobilitiamoci perchè oggi più di ieri si scrive acqua si legge democrazia!


Vi ricordiamo che il Consiglio Comunale di Battaglia ha approvato all'unanimità la mozione del consigliere Massimo Rizzo(de LaVespa), che potete leggere su questo blog(cliccando su dicembre).

venerdì 13 gennaio 2012

Un giro al marcà e na firma qua!

Sabato 14/01 dalle 10:00 alle 12:30 al mercato settimanale di Battaglia Terma  La Voce della Sinistra allestirà nuovamente un  banchetto di raccolta firme contro il Centro Commerciale. Vi invitiamo tutti a partecipare per portare avanti la sensibilizzazione della cittadinanza che ha già risposto con più di 500 firme contro quello che potrebbe diventare lo scempio del nostro territorio.

giovedì 12 gennaio 2012

Dal Molin(globale)

Appello per un'assemblea dei Movimenti del nord-est


Il nordest è un laboratorio eccezionale della crisi: da una parte coloro che vorrebbero desertificare il territorio, cancellandone non solo le caratteristiche naturali ma anche le relazioni sociali, per farne uno strumento di profitto; dall’altra la miriade di esperienze di lotta che hanno caratterizzato e caratterizzano le nostre terre. 

Il nordest è VenetoCity, ma anche i comitati che vi si oppongono; la Valdastico Sud con i suoi sedimi tossici e velenosi, ma anche i cittadini che denunciano; le nuove basi militari statunensi, nella nostra città, ma anche un lungo ciclo di lotta che ha portato al Parco della Pace. E’ l’autostrada Pedemontana, il carbone a Porto Tolle, e moltissime altre realtà di imposizione che, però, hanno sempre una contronarrazione di opposizione e partecipazione. E’ devastazione ambientale, ma anche mobilitazione per i beni comuni; è terra di conquista per chi vorrebbe massimizzare i profitti, ma anche spazio di ricerca della solidarietà e del benessere diffuso.

Il nordest sono le grandi opere come il passante di Mestre e la Tav, mentre i trasporti locali ci lasciano a piedi; è i pignoramenti di Equitalia mentre le istituzioni regionali sostengono iniziative ideologiche e tagliano i fondi ai piccoli artigiani; è la delocalizzazione delle aziende e la disoccupazione in crescita; la chiusura delle fabbriche, i licenziamenti da una parte la difesa dell'occupazione e della democrazia nei posti di lavoro con gli scioperi della Fiom dall'altra; non ultime le importanti lotte degli studenti contro la svendita e la distruzione della pubblica istruzione.

Per queste ragioni, vogliamo vederci, il prossimo 22 gennaio 2012 a Vicenza. Proponiamo a tutte e tutti coloro che attraversano il nordest usando i vocaboli dei beni comuni, della libertà e della democrazia, di trovarci per cercare sinergie e strade comuni. Di fronte alla crisi non siamo autosufficienti, ma nemmeno soli: non basta la resistenza di ognuna e ognuno di noi, serve la creatività di tutte e tutti noi. Eppure, mai come oggi abbiamo strumenti e suggestioni per costruire l’alternativa: le tante esperienze di mobilitazione dei nostri territori, le sinergie che nascono tra piccoli produttori e consumatori, la sempre più evidente sensibilità per i beni comuni, sono i nodi intorno ai quali costruire, oltre ad un linguaggio comune, un nuovo spazio pubblico, a partire da esempi come quello dell'Assemblea Permanente Movimenti Marche dove da diversi mesi movimenti, comitati, associazioni e singoli cittadini sono impegnati in diverse vertenze territoriali, uniti nelle loro differenze.

Per questi motivi vi proponiamo di vederci al Presidio Permanente NoDalMolin, piazza dei beni comuni del nostro territorio, nella giornata di domenica 22 gennaio 2012 alle 10.30 del mattino: nella prima parte dell'assemblea proporremo delle relazioni introduttive per aprire la discussione su questi nodi, per avere un primo momento di confronto collettivo. Verso le 13.00 si pranzerà tutti assieme e nella seconda parte dell'assemblea vorremmo discutere insieme a tutte e tutti la proposta sulla partecipazione dai nostri territori all'appuntamento napoletano del 28 di gennaio proposto dal sindaco De Magistris, "I comuni per i Beni Comuni", e alla manifestazione sul lavoro della Fiom dell'11 febbbraio a Roma.
E' importante per noi verificare tutti insieme la possibilità di dare vita ad un percorso costituente nei nostri territori per affrontare collettivamente la sfida dell'alternativa. 

Se la crisi ci ha tolto la voce, insieme possiamo tornare a parlare.


Presidio Permanente No dal Molin - Vicenza

www.nodalmolin.itinfo 3491858949

domenica 8 gennaio 2012

Cronachette della Battaglia

Ogni giorno vado a fare una passeggiata. Seguo sempre itinerari diversi. Non che ce ne siano moltissimi a Battaglia ma mi hanno insegnato che se  non cambia ciò che si vede, cambiamo noi e perciò anche lo stato d'animo con cui viviamo le cose. E' vero? Non lo so, cioè, non ho una risposta definitiva. A volte sì a volte no! Di certo le cose sono sempre uguali quando uno guarda solo dentro se stesso e non vede più ciò che lo circonda. Allora esiste solo la sopravvivenza. 
Insomma, stanco delle esse, gli otto e le altre lettere e numeri che si possono disegnare camminando per il centro abitato vado spesso sul ferro di cavallo e sugli argini. Due giorni prima dell'ultimo dell'anno, di ritorno da una passeggiata sull'argine che va verso Monselice, ho deciso di valicare il canale attraversando il ponte di ferro per andare al cimitero a trovare i miei cari. Un ultimo saluto, nell'anno vecchio. Non ho premuto il boton del semaforo, non lo faccio mai, preferisco rischiare, guardando a destra e sinistra, attendendo un attimo. Era una bella giornata e c'era ancora il sole che si stava coricando sul tramonto. Avevo camminato con calma respirando l'aria fredda e appena sceso dall'argine, davanti ai Marmi Bedin, ho cominciato a sentire un odore diverso. Un odore strano che non avevo sentito fino a quel momento. Mi sono guardato attorno ma non c'erano macchine accese, anche se sapevo che l'odore non era quello. Neanche fuochi o altre cose strane. Ho proseguito e l'odore persisteva un po' più intenso. Sono entrato nel cimitero e ho raggiunto la tomba dei miei. Mi sono raccolto nei ricordi. Ho sentito un cerchio alla testa. Mi sono preoccupato. Non era l'emozione. L'odore era anche lì. Ho accarezzato le foto e me ne sono andato. Uscendo dal cimitero ho visto il cartello sulla C&C e mi sono ricordato dei rifiuti pericolosi depositati nelle officine, da diversi anni. Mi sono rimesso il cappello, ho sollevato il bavero e me ne sono tornato a casa con un cerchio alla testa e un pensiero persistente. Ma quella gente che vive lì vicino, sente sempre quell'odore?
Il sei gennaio era una bellissima giornata e sono uscito per fare una passeggiata, verso le 11. Nel centro del paese ho sentito lo stesso odore che mi aveva invaso il naso e i pensieri nell'anno vecchio. Ho pensato che fosse suggestione, anche se nei giorni precedenti non mi era successo. Era una bella giornata con un sole caldo ma con un vento costante e dispettoso. Tanto che un conoscente mi dice che secondo lui non potranno bruciare la Vecia. Rimango sorpreso ma continuo a sentire quell'odore e senza rendermene conto mi ritrovo sul ponte di ferro e poi sulla discesa che porta al cimitero. Sorpreso mi accorgo che l'odore non c'è. Non c'è lì e neanche dentro il cimitero. Mi raccolgo davanti alla tomba dei miei cari. Il vento non mi lascia in pace. Qualche minuto e me ne vado, sollevando parecchi vasi rovesciati dalle raffiche. Per fortuna sono fiori di plastica. Lo stesso striscione mi accoglie all'uscita ma non l'odore. Mi accorgo che il vento arriva da Pernumia e va verso Battaglia. Arrivato in paese ritrovo l'odore. Sono l'unico che se n'è accorto? E' solo suggestione? O ormai i miei paesani sono, oltre che indifferenti, anche assuefatti alla presenza e all'odore dei rifiuti pericolosi? Spero che la mia sia suggestione. Nel pomeriggio il vento ha cambiato direzione e nel paese l'odore non si sentiva più. Non so se hanno bruciato la Vecia, spero di sì e spero che oltre all'anno vecchio, il tempo si porti via anche i rifiuti. Ma è già successo 10 volte che l'anno vecchio se n'è andato e i rifiuti sono sempre lì. C'è qualche speranza, che qualcuno si svegli, magari guardando i bocia che corrono nel parco e pensando alla loro salute. Ma forse la mia è solo suggestione, speriamo. Anche se, ieri,  sabato, ho incontrato una di quelle persone che vivono vicino al cimitero. L'ho fermato e gli ho detto della mia sensazione e gli ho chiesto se anche lui sente quell'odore. Mi ha sorriso, amaro, e ha detto:"Finalmente uno che se ne rende conto! In questi giorni sento lo stesso odore che si sentiva nei giorni in cui entravano e uscivano i camion pieni di detriti e la polvere volava dappertutto!"
E mi ha lasciato lì, in piazza, come un pampe, senza sapere cosa fare!

giovedì 5 gennaio 2012

locale-globale

Anno nuovo, vita nuova? Per il nostro blog sarà sicuramente così perché per tener fede a quello che è il motto de LaVespa da 25 anni: "Agisco Localmente, Penso Globalmente" cercheremo di alternare informazioni locali con informazioni globali, anche se quella di oggi la possiamo considerare Locale. Si tratta di Veneto City. La cronaca la prendiamo da http://storiamestre.it/ qui invece si possono vedere le bellissime foto della protesta  ma per avere maggiori informazioni basta andare su: http://www.infocat.it/
Come potete leggere, la nostra vetrina parla per tutti!

Non finisce qui. Ancora contro Veneto City

di Carlo Marchesin
Dopo aver pubblicato le cronache di Claudio Zanlorenzi e di Angelo Nordio e Luciana Granzotto, continuiamo a documentare la protesta del Cat.
La cronaca dei giornali locali e nazionali ha raccontato dettagliatamente ciò che è avvenuto il pomeriggio di martedì 21 dicembre a Dolo: convocazione di un consiglio comunale “blindato” per motivi di sicurezza, approvazione in tutta fretta del progetto Veneto City e le accese proteste della cittadinanza e dei commercianti rivieraschi in opposizione al mega-progetto di cementificare un territorio a cavallo tra Dolo e Pianiga.
Lunedì 19 dicembre (il giorno antecedente all’accordo), il sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo da una parte, attraverso un comunicato sul sito internet del Comune, affermava che “si tratta di un’opportunità strategica per il futuro di tutto il territorio”, dall’altra produceva un’ordinanza ad hoc che fissava in 49 il numero massimo di persone che avrebbero potuto rimanere all’interno della Sala della Giunta: questo grazie a una perizia tecnica di un tecnico, Tiziano Pizzocchero, incaricato appunto di stabilire la portata massima dell’edificio.
Martedì 20 dicembre il risultato è pressoché scontato: tra le 15 e le 15,30 il Sindaco e la sua Giunta votano sì a Veneto City, in totale solitudine, a differenza di quello che era successo il 13 dicembre. Lo stratagemma, mi raccontano gli attivisti dei CAT presenti da diverse ore, è stato quello di far entrare alle 13,00, contemporaneamente all’ingresso della giunta guidata dalla Gottardo, un drappello di sedicenti uditori (esponenti e simpatizzanti Lega Nord, per lo più provenienti da fuori Dolo) per impedire a qualunque altra persona, fossero attivisti CAT, giornalisti, o cittadini qualunque, di accedere alla stanza del Consiglio, per le già comunicate ragioni di sicurezza.
In realtà qualche giornalista riesce a entrare, ma scortato dalla Polizia Locale ed esclusivamente all’atto della votazione in questione: insomma, il tempo di riportare qualche sillaba, scattare due foto a persone con la mano alzata e vedere la Gottardo che in tutta fretta guidava i suoi al buffet (blindato) in onore al “sì” a Veneto City.
Fuori dal palazzo un centinaio di persone unite ai Comitati ambientalisti della Riviera, a manifestare rumorosamente la propria indignazione, impediti però a manifestare pubblicamente il proprio dissenso, come era accaduto il 13 dicembre. “Non ci fanno entrare, è uno schifo” è la frase più ricorrente che si sente. La manifestazione si svolge sotto le finestre del Municipio, al di sotto di un telone gigantesco, l’ennesimo stratagemma per tentare fino all’ultimo di aggirare le regole democratiche senza essere accusati di fascismo: pare che il Sindaco avesse organizzato una ripresa video della seduta da proiettare all’esterno, permettendo a quanti non avessero “potuto” assistere alla votazione, potessero virtualmente essere presenti in aula.
Come il 13 dicembre, l’area intorno al Municipio è presidiata da Polizia Locale, Carabinieri, poliziotti in assetto antisommossa. Sotto al telone, al centro del piccolo parcheggio è stata deposta una lapide nera con scritto “Qui giace la Costituzione della Repubblica Italiana”. Sui muri sono appesi una decina di cartelloni con i nomi di tutti i soggetti istituzionali, le associazioni, gli enti del Veneto esplicitamente contrari alla realizzazione di Veneto City. Parla Mattia Donadel dei Cat, parlano Giorgio Gei della lista “Ponte Del Dolo” e Alberto Polo dell’opposizione, entrambi concordi nell’assurdità della vicenda e contrari alla partecipazione a un Consiglio Comunale così impopolare e blindato. A intervalli parlano le “donne della riviera”, vestite a lutto, vestite di nero: una rappresentanza di quelle donne che vedranno costruirsi attorno alle proprie case una cattedrale di cemento, in nome di un progetto che “rilancerà l’economia rivierasca”. Alla fine dell’ultimo comunicato però, le donne abbandonano gli abiti da lutto, spuntano parrucche da clown, trombette e maglie colorate, per dimostrare che la battaglia contro lo scempio di Veneto City non finisce qui, e che per continuare a contrastare il progetto serve una forza che non può che provenire dalla gioia della protesta collettiva, del gridare ad alta voce “io non ci sto”.
Sono passate le 16, la Gottardo e la Giunta sono in qualche bar della cittadina rivierasca a brindare all’accordo appena votato. Prima che la gente scemi e che i poliziotti accendano i motori dei blindati per tornare in caserma, Mattia Donadel fa il punto della situazione: l’accordo su Veneto City, come a Pianiga, è stato votato e approvato; manca il “sì” del Presidente del Veneto Luca Zaia, espresso (positivamente a meno di colpi di scena) entro la fine dell’anno. È tempo dunque di ultimare gli esposti. Di quello alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti di Venezia se ne sta occupando Matteo D’Angelo dell’Italia dei Valori. La protesta continua, e i CAT non si fermano.
Il 30 dicembre i giornali riportano la notizia che Zaia ha promosso, firmando, la conclusione dell’accordo di programma su Veneto City.
Arrivano le ruspe.