"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

domenica 15 gennaio 2012

Paesaggi del viaggiatore, paesaggi del turista

All'interno del sito de LaVespa potete trovare il calendario e lì leggere dei vari viaggiatori che hanno attraversato il nostro paese e come l'hanno descritto. Saper mescolare il modo di vedere il paesaggio è fondamentale per valutare e difendere il territorio che ci circonda e la sua evoluzione. Perciò vi segnaliamo questo corso.

Il tema del Corso Paesaggi del viaggiatore, paesaggi del turista: come cambiano i luoghi e gli sguardi, coordinato da Antonella Pietrogrande, intende ri-esplorare il legame che unisce il paesaggio al viaggio. Il paesaggio è ciò che, di un dato luogo, appare a chi viene da fuori. Perché il paese divenga paesaggio, è spesso necessario che esso sia colto con il distacco dello straniero di passaggio, capace di percepire come uno spettacolo i luoghi che a volte si abitano senza mai guardarli veramente. Il viaggio, nella pluralità di modi in cui si esplica – dalle scoperte geografiche alle conquiste militari di territori e imperi, dai pellegrinaggi nei luoghi santi alle emigrazioni, dal Grand tour, inteso come esperienza di formazione, fino alla ricerca post-moderna dell’ultimo eden naturale – è il motore di una serie di relazioni tra l’uomo e i luoghi osservati.
Mai come ora però l’uomo occidentale aveva così tanto guardato il mondo in qualità di viaggiatore. E mai questo mondo gli si era così imposto come paesaggio. Lo sviluppo di una visione paesaggistica del mondo trae alimento dal vasto movimento di sradicamento delle popolazioni occidentali. Siamo entrati nel tempo dell’iper-mobilità. Lo spazio vissuto del nostro quotidiano non dà più l’idea di un’immagine bloccata, ma scorre davanti ai nostri occhi. Siamo degli sradicati sistematici che sognano di esotismo, ma anche, e nello stesso tempo, di un legame ritrovato con la terra, di un suolo su cui poter fermare le nostre vite nomadi. Il paesaggio contemporaneo si trova all’incrocio di questi due sogni: sogno di ancoraggio e sogno di altrove, che sembrano contraddirsi e che, invece, si fondono uno nell’altro.
Il turista è sempre meno lo straniero, e l’altrove paesaggistico non è mai stato così vicino. Mostrando ovunque il proprio volto paesaggistico, i nostri territori fanno vedere il potere acquisito grazie al valore dello sguardo che si sovrappone e si combina a quello di tutte le altre risorse. Non ci sono più, o quasi, luoghi che possano veramente fare a meno di essere turistici; ed è alla luce di ciò che li si vede cambiare. Non ci sono più, o quasi, luoghi dove lo sguardo non sia divenuto padrone e che non siano sottomessi alle leggi di questa spettacolarizzazione imposta dalla necessità di soddisfare il turista, ma anche colui che si potrebbe definire il viaggiatore-abitante.
Il Corso propone il punto di vista di vari specialisti: dall’architetto paesaggista al filosofo, dal geografo al letterato, dal botanico allo storico. L’obiettivo è quello di tentare di capire i luoghi e lo sguardo dall’esterno, turistico ma non solo, che ne condiziona la percezione, contribuendo al disegno di nuovi paesaggi.
Oltre alle lezioni teoriche, che si svolgeranno presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova dal 19 gennaioal 31 maggio, sono previste tavole rotonde, seminari, visite a giardini e a paesaggi. Dal 3 al 6 maggio, sarà effettuato il viaggio di studio: Bologna, la collina e l’Appennino. Viaggi, paesaggi e trasformazioni fra memoria e attualità.
Antonella Pietrogrande, Gruppo Giardino Storico dell'Università di Padova

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