"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

mercoledì 25 settembre 2013

Partecipa al digiuno!


Dal digiuno alla partecipazione
Scriviamo ad una settimana dalla conclusione del digiuno di don Albino Bizzotto, che la sera di giovedì 29 agosto, dopo 14 giorni, ha ripreso ad alimentarsi.
Gli ultimi sette giorni sono stati molto intensi. La partecipazione di amici, comitati e istituzioni, significativa durante le due settimane, non è mancata nei giorni seguenti. Albino è stato impegnato, tra l’altro, anche con la preparazione dell’audizione in Consiglio Regionale del 3 settembre, dov’era stato invitato dal Presidente Clodovaldo Ruffato e dove ha spiegato a Consiglieri e Assessori le ragioni della sua iniziativa. A breve pubblicheremo l’intero testo del suo intervento.
Sta proseguendo intanto la staffetta del digiuno per tutto il mese di settembre, dai primi giorni fino al 28 e 29 – in cui daremo vita ad un digiuno collettivo, in contemporanea in tutti i siti sensibili alle questioni ambientali della Regione.  Vogliamo mantenere desta tanto l’attenzione quanto l’azione, per arrivare ben motivati e in tanti il 9 ottobre davanti alla sede della Giunta regionale.
Sono molti quelli che chiedono indicazioni su quello che possono fare per partecipare alle proposte e alle iniziative. Per il momento cerchiamo di coordinare i turni di digiuno, di cui diamo nota.
Sta espandendosi il numero dei partecipanti. Potremmo ipotizzare per il 28-29 settembre momenti pubblici in alcune piazze importanti (per esempio nei capoluoghi di provincia)?
Nel frattempo sarebbero da  ipotizzare anche iniziative collaterali: lettere, o messaggi, o raccolta firme al Presidente Zaia, o al Consiglio regionale per mantenere attiva la mobilitazione in vari modi.
Diamo intanto resoconto delle persone che hanno digiunato e di altre in programma.
Invitiamo chi desidera aderire di dare notizie tramite mail beati@beati.orgo telefonicamente allo 049 8070522 o 340 4539749.

Dal 16 al 29 agosto Don Albino Bizzotto, digiuno a sola acqua.
Dal 16 al 29 agosto accanto a Don Bizzotto, in ordine sparso per presenza e numero di giorni: Auretta Pini (Associazione per la Decrescita), Giulio Ferrara (Movimento per la Decrescita Felice), Paolo Maracani, Gianni Tamino (ISDE), Paolo Rampin, Silvia Ferro (Diversamente Bio), Marisa Contarato, Davide Sabbadin (Legambiente Padova), Anna Daminato, Grazia Panozzo, Khadim Fall, Elena Macellari (WWF Colli Euganei PD), Sandro Zorzi (WWF Colli Euganei PD e ISDE), Elvio Gatto (COVEPA), Michele Boato (Ecoistituto Veneto), Maria Cossu, Giovanna Pineda, Giorgio Ravara, Leopolda Salbego, Natalino Nicoletto, Toio de Savorgnani, Giancarlo Gazzola, Cristina Fasolato, Antonio Nicolini, Cristina Romieri (digiuno autonomo, dal Lido di Venezia) Laura Baldan, Antonio Zulato, Laura Puppato (senatrice Pd), Irma Lovato, Johan Soul, Fabrizio Zabeo, Giorgia Dragotto, Sandra Murgia, Gabriele Mattiuzzo, Andrea Castagna (CGIL Padova), Giacomo Minozzi, Roberto Marchioro, Patrizia Bettio, Toni Baruffaldi,, Giovanna Pettenella, Michele Zaggia (Emergency Padova), Anna Rampazzo.
Dal 30 agosto all’11 settembre: digiuno dell’intera Giunta Comunale di Marano Vicentino (VI), il 30 agosto Piera Moro (Sindaco) e il 31 Alessandra Cavedon (Consigliere Comunale Marano Bene Comune), dal 1 settembre in ordine Domenico Turcato (capogruppo Marano Bene Comune), il 2 Antonio Centomo (Assessore al Sociale), il 3 Alessandro Peron (Assessore al Bilancio), il 4 Elena Scolaro (Consigliere Comunale Marano Bene Comune) e Carlo Cavedon (componente gruppo Marano Bene Comune), il 5 Carlo Miglioranza (componente gruppo Marano Bene Comune), il 6 Paolo Sartore (Consigliere Comunale Marano Bene Comune), il 7 Giuseppe Reghellin (ex Assessore), l’8 Marco Guzzonato (Vice-Sindaco), il 9 Martina Cornolò (Consigliere Comunale Marano Bene Comune), il 10 Paola Sbalchiero (Presidente Consiglio Comunale) e l’ 11 Francesco Luca (Assessore Qualità del Territorio).
Dal 31 agosto al 1 settembre: il Comitato Veneto Pedemontana Alternativa (CO.VE.PA.) e l’Associazione Parco delle Rogge hanno manifestato a Bassano del Grappa (VI), nei presso di uno dei cantieri della Pedemontana, Follesa Massimo, Gatto Elvio, Gilberto Mattiuzzo, Giorgio Begliorgio e si sono alternate altre 10 persone.
Per info: Follesa Massimo 347 8722240
Dall’11 al 15 settembre: Comitato No Golf Sarcedo (VI).
Per info: Mariagrazia Bonollo: 348 2202662
Dal 12 al 14 settembre il Circolo Wigwam il Presidio aderirà al digiuno, presso la propria sede, precedendo l’iniziativa con una serata di sensibilizzazione su temi ambientali, con la presentazione di un filmato e la presenza di don Bizzotto
Per info: Stefano Pagnin 338 4238191
Dopo la solidarietà è giunto il momento della partecipazione attiva!
Per informazioni scrivete o telefonate ai seguenti recapiti: beati@beati.org oppure 049 8070522, 340 4539749

martedì 24 settembre 2013

don Albino Bizzotto in consiglio regionale


INTERVENTO AL CONSIGLIO REGIONALE VENETO
Un grazie molto sentito e sincero al Presidente Clodovaldo Ruffato e un saluto molto cordiale a tutti voi. In questi giorni ho pensato molto a questo incontro per dare al gri- do del digiuno non un significato di contrapposizione, ma di coinvolgimento. Lo sapete che il digiuno prolungato mette le persone in uno stato di grande debolezza fisica per cui costituzionalmente si ha bisogno degli altri e qui anche istituzionalmen- te.
Voi forse vi aspettate che venga subito al nocciolo per quanto concerne la nostra Regione, il campo dove lavorate come nostri rappresentanti. Invece sono obbligato da un'altra partenza. Non spetta a me e nemmeno sono compe- tente per suggerire soluzioni tecniche. Ho scelto di esporvi il mio travaglio, senza pre- tese, ma con grande schiettezza pur nel rispetto e nella riconoscenza per quello che ognuno di voi cerca di realizzare per il bene comune. (Tenete presente che da anni la mia attività si muove su due versanti: quello sociale con le situazioni più povere e precarie. Nello specifico oggi con le persone che hanno perso il lavoro e il settore dei sinti e rom; sul versante politico alcuni interventi di interposizione nonviolenta in zo- ne di conflitto armato ed educazione alla nonviolenza e alla pace; anche conoscenza e partecipazione alle attività di molti comitati ambientali grazie al servizio di informa- zione con Radio Cooperativa.
Il mio digiuno è partito alla chetichella la sera di ferragosto, ma è stato come avessi levato il tappo a una bottiglia. Esiste una sofferenza diffusa per quanto concerne le scelte ambientali. Non avrei mai pensato che il digiuno sarebbe stato scelto come modo di impegnarsi per l’ambiente e per sensibilizzare la popolazione.
Vengo al mio percorso. Quello che mi ha scioccato da due anni a questa parte sono due dati uno generale e uno locale.
Il pianeta. Cito: “ Ci troviamo di fronte a una svolta nella storia del pianeta, in un momento in cui l’umanità deve scegliere il suo futuro (...) La scelta sta a noi: o creiamo un’alleanza globale per proteggere la Terra e occuparci gli uni degli altri, oppure ri- schiamo la distruzione, la nostra e quella della diversità della vita”. Ho citato dalla “Carta della Terra”. Le due principali fonti di distruzione: a) la macchina di morte della tecno-scienza: armi nucleari, chimiche e biologiche(25 modi diversi per distruggere l’umanità)
1b) il caos che abbiamo creato nel sistema Terra e che si manifesta attraverso il riscal- damento globale. Negli ultimi 5 anni si sta registrando, non solo il disgelo delle calotte polari, ma anche lo scioglimento del permafrost, il suolo perennemente ghiacciato del Canada e della Russia, con l’immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di metano, che è 23 volte più dannoso dell’anidride carbonica per l’effetto serra. L’ossido nitroso, liberato dai fertilizzanti è 40 volte più distruttivo. Secondo l’ultimo rapporto ONU di valutazione degli Ecosistemi del Millennio, dei 24 elementi che sono fondamentali per la vita, 15 registrano un elevato grado di degenerazione; il pianeta è esausto, la madre Terra ha raggiunto il limite di sop- portazione.
Il 20 agosto scorso l’umanità ha esaurito le risorse naturali che aveva a disposizione per l’intero 2013; in meno di 8 mesi sono state consumate le riserve di cibo (vegetale e animale), acqua e materia prime che sarebbero dovute bastare fino al 31 dicembre, immettendo nell’ambiente (suolo, fiumi, mari, atmosfera) una quantità di rifiuti e in- quinanti superiore alla capacità di smaltimento del pianeta.
Questi dati, probabilmente noti a molti di voi, li sentite come una notizia pur impor- tante o come una emergenza reale? E se è vera emergenza va affrontata direttamente e subito, o dobbiamo aspettare che tutti siano d’accordo per partire? Quelli forniti non sono sentimenti, sono dati. Questo mondo in cui siamo cresciuti è finito, la crisi sta imprimendo un velocità imprevedibile. Qualcuno pensa che in qual- che modo la crescita sarà una via d’uscita? Questa crisi non è solo economico - finan- ziaria, è entropica.
Il pianeta così come stanno le cose, oggettivamente non ce la fa più. 
2. Vengo al secondo dato: il Veneto.
La mia origine è stata segnata dall’appartenenza alla Terra. I miei genitori, che vive- vano da fittavoli in una grande famiglia patriarcale, hanno scelto di passare a una condizione di mezzadri pur di crescere una famiglia come sembrava loro giusto. La penultima categoria della società, dopo c’erano i braccianti.
Devo confessarvi che i dati riguardanti il consumo di suolo nel Veneto per me sono stati alla base della decisione del digiuno, perché sono direttamente collegati a quanto riferito sopra sulla situazione globale. Il Veneto è una delle Regioni più attive nel mondo nell’affaticare il pianeta. C’è stata una crescita esponenziale delle infrastrutture viarie e delle urbanizzazioni, una cresci- ta indifferente alla storia, alla natura dei luoghi e ai valori del paesaggio veneto, ac- compagnata dalla polverizzazione delle imprese diffuse ovunque, che hanno compor- tato la dispersione insediativa e la conseguente congestione delle infrastrutture della mobilità.
La cementificazione dei suoli riguarda quindi anche i terreni più fertili della pianura veneta, mentre la costruzione di sempre nuove strade, autostrade e superstrade, svin- coli e tangenziali hanno determinato una ulteriore frammentazione degli spazi destinati all’agricoltura.
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È stato un crescendo dagli anni 80 in poi: dai 72 milioni di mq all’anno di perdita di Suolo Agrario Utilizzato degli anni Ottanta, ai 97 milioni mq/anno negli anni Novan- ta, ai 182 milioni mq/anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno. Tra il 2000 e 2010, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di 1 milione di abitanti.
Il Veneto così risulta la regione più cementificata d’Italia. Un modello di sviluppo la cui insostenibilità viene evidenziata anche dai dati relativi all’impronta ecologica dei suoi abitanti. Nel 2009 al Piano Regionale di Coordinamento (PTRC) si riscontra che, a fronte di una media nazionale pari a 4,2 ettari pro capite/anno, l’impronta eco- logica degli abitanti del Veneto è pari a 6,43 ettari pro capite/anno . Cioè per sostene- re i consumi e assorbire l’inquinamento di ogni abitante veneto sono necessari 6,43 et- tari di terreni “biologicamente attivi”. Ma la “ bio-capacità ” del Veneto è pari a 1,62 ettari/abitante, quindi un “deficit ecologico” di 4,81 ettari pro capite/anno; deficit fi- nora compensato con lo sfruttamento di risorse di altre regioni e continenti, ma che è facile prevedere, con la rapida crescita economica di Paesi emergenti, non sarà più praticabile in un prossimo futuro.
Il Veneto già oggi non ha l’autosufficienza alimentare. So che conoscete bene i dati che vi ho esposto. Ma averli tutti davanti rimane comun- que indispensabile per guardare a quello che stiamo facendo e cercare di trovare ri- sposte per andare avanti. Sono cifre che basta conoscere o cifre che ci impongono una svolta? È in emergenza reale anche il Veneto o si trova soltanto in una situazione un po’ criti- ca? Al camper durante il digiuno erano appesi i 30 progetti iniziati o in partenza di strade e autostrade, i vari poli ospedalieri e le opere marittime. Non c’erano Veneto city – Tessera city – Motor city – né le cave, le discariche (a parte quella di Vianelle) le cen- trali idroelettriche, a biogas, a biomasse, né i dati rispetto alla fragilità idrica del terri- torio e all’inquinamento dell’aria. La pianura padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa . E pensare che a livello comunitario al 2050 dovremo ridurre del 70% il consumo energetico nei trasporti rispetto al 2009 e ridurre del 60% le emissioni di gas climalteranti rispetto al 2008! Un documento della Chiesa italiana del settembre 2012 è intitolato “Educare alla cu- stodia del creato per sanare le ferite della Terra” e testualmente dice: “Ritessere l’alleanza tra l’uomo e il creato significa anche affrontare con decisione i problemi aperti e i nodi particolarmente delicati, che mostrano quanto ampie e complesse siano le questioni legate all’intreccio tra realtà ambientale e comunità umana”. Accanto all’annuncio infatti, è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidi- tà la sacralità della vita e il dono della Terra”. E continua: “L’ambiente naturale non è una materia di cui disporre a piacimento, ma un’opera mirabile del Creatore, recanti in sé una grammatica che indica finalità e cri- teri per un uso sapiente, non strumentale e arbitrario.” Veniamo tutti da un pensiero unico e cioè che lo sviluppo e la modernità ruotano at- torno alla centralità dell’economia e della finanza, per cui anche il futuro si apre se sa- remo capaci ancora di crescita quantitativa.
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Direi che siamo prigionieri, chi più chi meno, di questa concezione. A chi di noi è mai venuto in mente di prendere sul serio il punto di vista della Terra e dei suoi diritti, l’organismo vivo che fornisce gli elementi della vita a tutti gli altri esseri, viventi, noi compresi?
Mettiamoci con sincerità davanti a tutte le opere pubbliche e private, Mose compreso. Quante appartengono alla programmazione politica per un servizio alla popolazione e alla cura del paesaggio, quante invece rispondono allo sviluppo e al consolidamento di interessi di grandi gruppi della finanza e dell’economia? Vedete come i conti non tornano per gli enti pubblici, né a livello nazionale né a livello degli Enti locali. Sono sempre meno le risorse a disposizione. Eppure tanti privati si offrono a investire; per chi? Per il bene comune? Si fa sempre più ricorso al project financing pensando a be- nefici pubblici: un assunto del tutto falso. I privati realizzeranno le opere solo se l’Amministrazione pubblica si impegna a coprire i costi, anche qualora gli investi- menti fossero maggiori del previsto o il traffico (nel caso delle opere viarie) minore del previsto. Dunque per i privati proponenti, rischio zero e guadagno certo. Per la collettività, utilità incerta e altissimo rischio di costruzione di un debito differito di ingenti proporzioni, addossato alle future generazioni. Questo è il nodo centrale, que- sto è il futuro. Progetti partiti in tempi ormai lontani e che non rispondono né ai servizi veri per la popolazione, né al restauro e alla bellezza del territorio e del paesaggio. Andando di questo passo non vi pare che di usufruibile gratuitamente da tutta la popo- lazione non rimarrà più niente neanche spostarsi da una località all’altra?
Sono in programma anche campi da golf, naturalmente con villette attorno e solo per ricchi.... Sto pensando al recupero fatto nelle città medioevali dell’Umbria, della Toscana, delle Marche. A tutti noi si allarga il cuore per questi scrigni recuperati e conservati di città e borghi. Perché deprezziamo il Veneto così ricco di arte, di gioielli disseminati ovunque e spesso ormai abbandonati, con bellezze naturali ineguagliabili e produzio- ni agricole di pregio? Nostalgia rivolta al passato o valore aggiunto per il futuro? Perché il territorio e il paesaggio in quanto tali non diventano il centro di interesse collettivo, capace di attirare gli investimenti necessari per mettere in sicurezza il si- stema acqua bene comune, invece di fare le scelte più impattanti, mettendo a rischio le falde e le ricariche e rubando suolo alle coltivazioni?
Perché non è possibile un piano trasporti integrato ferrovia-strade a partire dai bisogni della popolazione, che si sposta sempre più con i mezzi pubblici per necessità, invece di privilegiare solo la fetta ricca della società, con TAV e fantomatici corridoi, che esistono solo nella testa di alcuni politici, ma certamente non nella realtà né all’est né all’ovest dell’Italia? Eppure una pioggia di miliardi.
Perché non consolidare e rendere più efficiente e meglio coordinato l’esistente con un’occupazione costante?
Sappiamo tutti che ci sono molte falle di trasparenza e di legalità, conflitti di interessi in atto, non solo per il Mose. È una questione morale ineludibile, anche per il rischio ormai documentato di infiltrazioni mafiose.
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Quanto avvenuto con gli ingegneri Baita e Mazzacurati non è un incidente di percorso; è la creazione e il funzionamento di un sistema di corruzione ramificato e stabilizzato. Ho domandato ormai a tutti; nessuno mi ha fornito una risposta. Perché né ai parlamentari, né ai senatori, né ai consiglieri regionali è stato finora possibile accedere ai dati riguardanti il piano economico di un’opera pubblica della portata dell’autostrada pedemontana veneta? È un’opera pubblica; dovrebbe essere un diritto poter accedere agli atti. Ci sono due sentenze del TAR consolidate rispetto al mantenimento del commissario Silvano Vernizzi, che personalmente non conosco e che può essere la persona più straordinaria di questo mondo, ma che di fatto ricopre ruoli (presidente Veneto Strade e responsabile delle valutazioni del VIA) che comportano evidente conflitto di interessi.
Sapete che dopo le sentenze del TAR e il decreto del Governo Monti di riconferma del commissario si è aperta una eccezione di costituzionalità che finirà alla Corte Costituzionale. Penso sarebbe più onorevole per tutti, prima di tutto per l’istituzione regionale, mantenere il controllo e la vigilanza in corso d’opera invece che dover af- frontare amare sorprese con perdita secca di credibilità a opera compiuta! Sarebbe ve- ramente triste pensare che il palinsesto e il calendario della politica debbano dipendere dalle sentenze dei tribunali.
C’è un altro problema cruciale: il lavoro. Da sempre viene riproposto solo con le grandi opere pubbliche o private, con i grandi investimenti ad alto impatto ambientale e con ricavi esclusivamente a vantaggio dei privati. Sapete che c’è molta propaganda per giustificare scelte, che non sono per il bene della collettività. Ci sono esempi or- mai eclatanti di modalità di lavoro diffuso, che concilia maggior risparmio e maggiore occupazione.
Faccio un semplice esempio. Con un miliardo di euro di investimento in raccolta dif- ferenziata spinta (porta a porta) e riciclo, si creano 200 mila posti di lavoro permanente. Per gestire la stessa quantità di rifiuti con l’incenerimento il costo si aggira sui 15 miliardi di euro con 3000 occupati.
Per l’occupazione, con la stessa spesa, c’è un rapporto di 1 a 1000 senza ricorrere a grandi opere. È quanto avvenuto a Ponte nelle Alpi: riciclo oltre il 90%; costo smal- timento rifiuti da 475.000 euro/anno a 40.000; occupazione da 5 operai a 13; con soddisfazione dei cittadini.
Oltre al Presidente di questo Consiglio regionale al camper del digiuno sono venuti al- tri rappresentanti politici di vari partiti. Mi sembra di capire che la linea sia quella di portare a termine quanto approvato e poi, un po’ alla volta rivedere programmi e pro- getti. Siamo di fronte a un impoverimento della popolazione sempre più veloce e diffuso. Partiamo dalle opere o partiamo dalle persone per affrontare la crisi? Non è problema di poco conto, sia per riorganizzare i servizi sociali nei singoli Comuni, che quelli sanitari e ambientali.
Una volta detto alle persone che sono esauriti i fondi per l’assistenza, non sono risolti i problemi, anzi. Rischiamo a breve di trovarci con una società a due velocità e con il rischio di conflitti sempre più forti per le necessità dei più poveri.
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Per questo vi supplico di esercitare la vostra responsabilità umana e istituzionale verso tutti i cittadini: a partire dal riconoscimento dell’emergenza sociale e ambientale del Veneto (siamo in una crisi entropica e non solo strutturale) diamo un segnale di grande discontinuità con una moratoria su tutte le opere pubbliche e private che com- portano un’ulteriore sottrazione di suolo coltivabile e una devastante colata di cemen- to e asfalto, snaturando ancora di più la realtà e la vocazione agricola del Veneto.
Infine una parola sui comitati. Da anni con Radio Cooperativa ho avuto modo di seguirne le vicende. Generalmente si tenta di liquidarli tacciandoli di negatività fine a se stessa. Devo confessare che, mai come in questi anni, i comitati hanno sviluppato competen- ze tecniche e giuridiche e soprattutto sono stati aperti al dialogo, se viene accettato, per offrire alternative. Tante volte mi sono domandato perché non venga preso in considerazione la ragionevolezza delle loro proposte, sapendo che nessuno di loro la- vora per interessi privati o particolari.
Per me sono le sentinelle e i parafulmini della società e della Terra. Veramente la pas- sione per il bene comune ha guidato in questi anni la loro attività e la loro dedizione. Se la vitalità della democrazia si misura dalla partecipazione attiva alle scelte importanti per tutti, dobbiamo ai comitati grande riconoscenza.
Vi prego di accogliere quanto esposto non come una pretesa, ma come una preghiera pressante. Di nuovo grazie per avermi accolto e ascoltato.

Don Albino Bizzotto
Venezia, 3 settembre 2013 
Ridimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire.

giovedì 19 settembre 2013

AVVISO ESPLORATIVO DEL BACINO PADOVA 3 PER C&C


Prot. n. 2013/1310 Este, lì 01/08/2013
Oggetto: Verifiche strutturali e individuazione interventi per la successiva messa in sicurezza del capannone interessato al deposito rifiuti ex C&C in Comune di Pernumia.-
AVVISO ESPLORATIVO
per indagine di mercato preordinata ad incarico professionale con affidamento diretto ai sensi dell’articolo 125 , comma 11, ultimo capoverso, del D.Lgs. n. 163/2006, per lo svolgimento delle seguenti principali attività:
1. Verifiche delle strutture verticali ed orizzontali portanti o non, anche con attività e indagini strumentali ed impiego di materiali e mezzi d’opera connessi all’incarico nei limiti dell’articolo 91, comma 3, del D.Lgs. 163/2006;
2. Redazione di perizia tecnica contenente: la descrizione delle indagini effettuate, l’individuazione degli interventi necessari alla successiva messa in sicurezza del capannone con loro stima economica sommaria, l’accertamento della necessità o meno di ricorrere ad ulteriori adeguamenti alla normativa sismica.-
I soggetti abilitati e interessati a partecipare alla procedura per l’incarico in oggetto, dovranno presentarne richiesta all’Ufficio Protocollo del Consorzio entro e non oltre il giorno 06.09.2013 secondo il contenuto dello schema allegato A), dichiarando:
i dati anagrafici e di iscrizione all’Albo, o relativo registro professionale, del tecnico abilitato a svolgere e sottoscrivere le attività oggetto dell’incarico;
il possesso dei requisiti di ordine generale di cui all’articolo 38 del D.Lgs. n. 163/2006; e allegando:
curriculum professionale di attività analoghe svolte.
In tema di trattamento dei dati personali ai sensi e ai fini del D.Lgs. n. 196/2003, si informa che i dati dichiarati saranno utilizzati esclusivamente per l’istruttoria dell’istanza presentata e per le formalità ad essa connesse.- Il titolare del trattamento è il Responsabile del Procedimento.
Contatti per informazioni e chiarimenti, nonché per eventuale presa visione dei luoghi e documenti: Uffici della Stazione Appaltante al telefono 0429-619046, al fax 0429-2393 o all’indirizzo di posta elettronica consorzio@bacinopd3.it.-
Il presente Avviso viene pubblicato per quindici giorni consecutivi all’Albo Pretorio del Comune di Este nonché sul profilo della Stazione Appaltante www.bacinopd3.it.-
Il Responsabile del Procedimento: Il Commissario Liquidatore: Filippo Malachin Simone Borile
CONSORZIO OBBLIGATORIO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI – BACINO DI PADOVA TRE COMMISSARIATO AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE 31 DICEMBRE 2012 N. 52
Via Rovigo n. 69, 35042 Este (PD) - Tel 0429.619046 Fax 0429.616990 e-mail consorzio@bacinopd3.itAllegato A) all’avviso esplorativo
AL CONSORZIO OBBLIGATORIO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI “BACINO PADOVA 3” Via Rovigo 69 35042 ESTE (Padova)
INDAGINE DI MERCATO PREORDINATA AD INCARICO PROFESSIONALE CON AFFIDAMENTO DIRETTO PER: VERIFICHE STRUTTURALI E INDIVIDUAZIONE INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA CAPANNONE EX C&C IN COMUNE DI PERNUMIA.-
Il sottoscritto ........................................................... nato il .................. a ........................................... residente/con sede operativa a ....................................... in via/piazza .................................... n. ..... iscritto all’Albo professionale ......................................... della Provincia di ............................ al n....... Codice Fiscale ...................................... – partita IVA ................................. – telefono ....................... fax ..................................... e-mail ............................................. PEC ...............................................;
Presa visione dell’Avviso Esplorativo per l’indagine in oggetto,
CHIEDE
Di essere ammesso alla procedura di cui trattasi con facoltà di ricorso al subappalto ai sensi dell’articolo 91, comma 3, del D.Lgs. n. 163/2006.-
DICHIARA
ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. 445/2000, consapevole delle sanzioni penali previste dall’articolo 76 e delle conseguenze previste dall’articolo 75 del citato D.P.R. 445/2000 nel caso di dichiarazioni mendaci:
- di essere abilitato a svolgere le attività professionali di cui trattasi; - di essere in possesso dei requisiti di partecipazione di ordine generale di cui all’articolo 38
del D.Lgs. 163/2006; - di non trovarsi in nessuna altra situazione di impedimento alla partecipazione e/o
all’affidamento dell’incarico;
Curriculum professionale di attività analoghe svolte.- ......................., lì .......................
ALLEGA
N.B. la dichiarazione è corredata da fotocopia di documento di identità del sottoscrittore (art.38, comma 3, DPR 445/2000)
Il Professionista richiedente: ..............................................

domenica 15 settembre 2013

Vogliamo Rifiuti Zero

Ecco cosa si deve fare per arrivare a zero rifiuti! Facciamolo!


Dieci passi verso Rifiuti Zero

1.separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.
2.raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.
3.compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
4.riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
5.riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.
6.riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.
7. tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.
8. recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
9. centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
10. azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’ azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.

giovedì 12 settembre 2013

"Visita" alla C&C(risalente a due mesi fa)


Cosa succede ai rifiuti tossici della C&C? Abbiamo letto sui giornali(in particolare sul Mattino) degli articoli con titoli entusiasti sulla soluzione messa in campo dal comune di Pernumia con il Bacino Padova3. Finalmente qualcosa si muove, ci siamo detti ma siamo rimasti in silenzio perché, com'é nostra abitudine, vogliamo conoscere quello che succederà prima di parlarne. Perciò quando abbiamo saputo che ci sarebbe stata una visita all'ex-carpenteria della Magrini Galileo, organizzata dal comune di Pernumia e dal Bacino Padova3, per pubblicizzare l'inizio dei lavori di messa in sicurezza dell'area e l'asportazione di una parte del materiale, ci siamo presentati armati di curiosità. 
Al nostro arrivo, di fronte ai cancelli dello stabilimento, si assiepava una piccola folla, composta dai dipendenti del comune di Pernumia, dipendenti del Bacino, giornalisti, politici locali, politici regionali, fotografi e cittadini.
Subito notavamo l' assenza degli amministratori di Battaglia e Due Carrare ed infatti un assessore di Battaglia, che passava da quelle parti casualmente, ci chiedeva, stupito, informazioni sulla manifestazione.  
Un consigliere regionale ha aperto il grande cancello d'ingresso tagliando la grossa catena che lo chiudeva. Durante il sopralluogo, non ci siamo addentrati all'interno dei capannoni che contengono i rifiuti tossici. Non siamo entrati perché eravamo presenti in passato, quando a entrare erano gli agenti del Corpo Forestale dello Stato e i Vigili del Fuoco e ci ricordiamo bene le precauzioni che prendevano per salvaguardare la propria salute. E siccome noi non avevamo scarpe, tute, maschere e caschi adatti, siamo rimasti all'esterno. Rimanendo all'esterno abbiamo potuto parlare con il commissario del Bacino che ci ha spiegato quale tipo di intervento intendono fare. 
L'intenzione, vista la cifra a disposizione, sarebbe quella di asportare una parte del materiale che gravita sulla struttura nel lato sud e che, in base alla caratterizzazione fatta nel 2007, dovrebbe essere la meno inquinata. Poi, vogliono mettere in sicurezza l'area, intervenendo nello stesso capannone. Borile ha detto di essere disponibile a una assemblea pubblica per presentare lo stato dei lavori, una volta iniziati. Ci ha presentato delle persone che il Bacino ha assunto per seguire i lavori.
Che dire? Dal giorno della visita sono passati due mesi, aspettiamo con ansia l'assemblea pubblica.

domenica 8 settembre 2013

C&C, é qui che inizia la svolta?

Una notizia che potrebbe sembrare secondaria(in confronto all'evacuazione e al trattamento dei rifiuti tossici), ma che non lo é per nulla. Si tratta di terreni importanti, da ogni punto di vista.


BONIFICA C&C

Dopo otto anni viene avviata la bonifica della C&C. Alle ore 10.00 di oggi  9 luglio 2013, alla presenza del Consigliere regionale Peraro, dell'Assessore provinciale Fecchio del Commissario e dei tecnici del Bacino Padova 3, il sindaco di Pernumia Luciano Simonetto  prende ufficialmente in possesso le aree dell'ex C&C, atto che prelude qualsiasi intervento all'interno degli spazi della "fabbrica dei veleni".

Ci riferiamo al pezzo in cui si dice che: "il sindaco di Pernumia Luciano Simonetto  prende ufficialmente in possesso le aree dell'ex C&C"