"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

martedì 5 giugno 2012

25 anni di ronzii e punture(prima parte)

Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente. Bando all'umiltà, è il giorno giusto per parlare de LaVespa. Sì, di noi stessi. La Vespa è nata 25 anni fa, non oggi, no! Non è il compleanno della Vespa. almeno io non ricordo in che giorno è nata LaVespa, perché come per tutte le cose serie, per tutti gli esseri complessi, LaVespa non è nata in un giorno. E' stata il risultato di un parto. Un parto lungo, meditato e travagliato.  A Battaglia era nato il GAB, il gruppo antincendi boschivi, uno dei primi in Italia, il secondo del Veneto. Andavamo all'inseguimento degli incendi e dei distruttori dei boschi. Eravamo in maggioranza giovani e giovanissimi. Eravamo sempre pronti a correre da una cima all'altra dei colli Euganei. Ogni soldo di rimborso veniva reinvestito in attrezzatura. La frustrazione era all'ordine del giorno. Alberi bruciati, animali in fuga, ore e ore di lavoro per limitare i danni. Cominciammo ad occuparci di sentieri a ragionare sugli alberi, sulla flora e la fauna. Cominciammo a interessarci d'ambiente e allargammo i nostri interessi. Ci occupammo di raccogliere i rifiuti nei boschi, le cartucce dei cacciatori: sacchi e sacchi di cartucce abbandonate in pochi metri quadri di bosco. Intervenimmo per impedire il ritorno della caccia dove c'era stato un incendio. Beccammo fucilate e rimproveri. Allargammo i nostri orizzonti invitando architetti a ridisegnare la cava e cominciammo a occuparci di rifiuti. Facemmo anche un giornalino, umile e ingenuo. Si chiamava la ginestra. attirammo nel nostro alveo altri e altre, interessati all'ambiente e alla politica. Facemmo un opuscolo sui rifiuti. Andammo a ripulire il canale e cominciammo a parlare di territorio a guardarlo in 3D, dall'alto, da sinistra, da destra e da sotto. Cominciammo ad opporci alla mercificazione del suolo. Fu così, a questo punto che ci ritrovammo in tre in un posto che non c'è più. L'African bar, poi Furio's bar, e lì discutemmo da tre punti di vista diversi: l'ambientalista, il politico, il pragmatico. Fu una discussione lunga, appassionata e, a tratti, noiosa. Il pragmatico e il politico convinsero l'ambientalista che c'era bisogno d'altro. Di uno spazio, di un luogo che ragionasse d'ambiente da punti di vista non emergenziali. Che affrontasse l'ambiente e non solo da un punto di vista politico, culturale, sociale, satirico. Nacque LaVespa. Alcuni del GAB passarono a LaVespa seguendo la passione dell'ambientalista. C'erano un sacco di cose da fare. Tutti i partiti di Battaglia avevano le idee chiare: cemento ovunque e rifiuti. Incontrammo le forze politiche che s'erano accorti del numero di giovani che si muovevano nell'alveare. Inutile dire che  chi comandava allora, sono ancora gli stessi che comandano ora. Volevano la circonvallazione col sovrappasso e la costruzione di alberghi nelle Valli Selvatiche passando con una strada nel parco di Villa Selvatico. Il primo giornalino de LaVespa fu un primitivo agglomerato di pagine ciclostilate che denunciava la devastazione del territorio e del paesaggio che s'intendeva realizzare con la costruzione del sovrappasso. Le forze politiche del paese fino ad allora coese nelle scelte(maggioranza e opposizione) s'interrogarono sul cosa fare. Cosa che per noi, invece, era chiarissima: niente alberghi, niente strada e sottopasso(in realtà all'interno de LaVespa c'era chi era totalmente contro la circonvallazione e chi solo contro il sovrappasso, ma vinse la maggioranza).

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