"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

venerdì 27 gennaio 2012

Cementificio di Monselice, come andrà a finire?


Il 17 gennaio si è svolta a Roma l'udienza del Consiglio di Stato al quale hanno ricorso i legali di Italcementi, Parco Colli, Provincia di Padova, Comune di Monselice, Confindustria Padova e Confindustria Veneto, per contrastare la sentenza del Tar Veneto, che il 6 maggio 2011 ha bocciato il progetto di Revamping presentato dai cementieri. Ricordiamo che nella sentenza del Tar, oltre a riconoscere la legittimità dei comitati "E Noi?" e "Lasciateci respirare", si affermava che l'intervento proposto viola l'articolo 19 del Piano ambientale del Parco, poiché non si tratterebbe di un semplice adeguamento tecnologico ma di una nuova cementeria destinata a durare 28 anni. Il deposito della sentenza è atteso tra i 30-45 giorni dal momento dell'udienza. Un iter velocissimo visto che solo il 17 gennaio 2011, era stato notificato il ricorso dei comitati al Tar.
Nel frattempo, il 24 gennaio c'è stata la convocazione dell'Ente Parco Colli di tutte le parti coinvolte, per parlare del futuro delle cementerie ed avviare il processo che dovrebbe portare a un “Accordo di Programma” previsto dal Piano Ambientale, per la riconversione o la rilocalizzazione dei cementifici. In realtà si è trattato di un incontro interlocutorio, dove erano presenti i rappresentanti del Parco Colli, di Confindustria, della Regione Veneto, dei Sindacati e dei Comitati, i legali dei cementifici e i Sindaci di Este e Baone. Assenti con motivazioni diverse il Ministero dell'Ambiente, i Sindaci di Monselice e Arquà Petrarca. I lavori dovrebbero ora proseguire con un tavolo istituzionale coordinato dalla Regione Veneto ed un momento di confronto parallelo coordinato dal Parco, con tutti i portatori d'interesse e le varie associazioni di categoria.
Restiamo convinti che, indipendentemente dal responso del Consiglio di Stato, abbiamo tutti l'obbligo di individuare quali possano essere le scelte migliori per il futuro dei nostri figli e di questo territorio.
Partiamo dal dato che vede a Monselice l'impiego di 7.712 addetti nei vari comparti. Gli addetti nelle cementerie rappresentano meno del 3% e a regime dopo il Revamping, potrebbero ulteriormente diminuire. Fermo restando che ogni posto di lavoro è importante, abbiamo però un riferimento realistico dell'entità numerica su cui ci siamo profondamente divisi e su cui si gioca il futuro di questo territorio.
Nei dati forniti dall'Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento di Confindustria), si evince che la produzione di cemento in Italia si è ridotta circa del 30%, passando dai 48 milioni di tonnellate del 2006 ai 34 milioni di tonnellate nel 2010. Un calo riconfermato nelle relazioni trimestrali del 2011. Anche se dovesse esserci una ripresa, tutti sappiamo chenon è più raggiungibile e nemmeno auspicabile, una produzione e un utilizzo così intensivo dei livelli pre-crisi, poiché nel Veneto si sono raggiunti livelli di consumo di cemento pari a 1100 Kg abitante/anno contro una media europea di 400 kg abitante/anno.
Nell'analizzare questi dati, l'associazione dei cementieri ha indicato nell'uso dei rifiuti come combustibile, la ricetta per uscire dalla crisi. Si tratterebbe di una scelta capace di travolgere il nostro territorio, dove sono presenti tre cementerie, che è bene ricordarlo, pur utilizzando rifiuti, godono di limiti di emissione anche di 10 volte superiori a quelli degli inceneritori.
Per questo motivo abbiamo responsabilmente accettato di dare il nostro contributo al “Tavolo dei cementifici”, al fine di delineare i percorsi per uscire dalla crisi in modo responsabile e coerente con la nuova vocazione del territorio. Da parte nostra abbiamo già tentato di abbozzare proposte alternative, ma la praticabilità anche di buone idee, presuppone un impegno trasversale, politico e sociale. Se dovesse affermarsi la volontà di discutere in questa direzione, il territorio e la componente politica che lo amministra potrebbero con forza avanzare progetti sostenibili dalla Comunità Europea, tra i quali quello di "Orizzonte 2020", che prevede programmi di finanziamento già a partire dal 2014.

Francesco Miazzi - Comitato "lasciateci respirare" Monselice 

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