"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

martedì 21 febbraio 2012

PARCO TERMALE DI TORREGLIA: ENNESIMO TRADIMENTO DEL PIANO AMBIENTALE


Sul progetto di “Parco Termale” adottato il 14.11 scorso dal Consiglio comunale di Torreglia tutti gli interessati possono in questi giorni presentare eventuali osservazioni. In realtà il progetto solleva una serie di perplessità che vanno al di là del caso specifico e che richiederebbero un serio chiarimento.
L'intervento riguarda un'area di circa 90.000 mq sui quali si prevedono nuove edificazioni per circa 52.000 mc per realizzare, tra l'altro, un centro di balneoterapia, un centro convegni, un centro benessere, due piscine, alloggi e servizi vari. 
Ma l'area, che si trova nella piana sotto il colle di S. Daniele, è classificata dal Piano Ambientale del Parco come “zona di promozione agricola” e per tale area le norme consentono di realizzare solo interventi che “tendono alla riqualificazione del territorio agricolo”. “Compatibilmente con tali fini prioritari sono favorite le iniziative che tendono a migliorare la fruibilità sociale del territorio per usi turistici, ricreativi, sportivi, didattici e culturali, che non richiedano nuove costruzioni od infrastrutture, salvo quelle esplicitamente previste dal P.A.”.
Il contrasto tra il nuovo progetto e queste norme è evidente. Se si vuole andare avanti lo stesso serve dunque una variante al PA.
Invece no, il progetto sta andando avanti senza nessuna variante. Il motivo? Il classico: “fatta la legge trovato l'inganno”.
La chiarissima indicazione del PA viene infatti aggirata sulla base di un “atto di indirizzo” approvato senza tanto clamore dal Comitato Esecutivo del Parco ancora nel febbraio del 2009.
Secondo questo atto di indirizzo (un documento peraltro redatto in forma quasi illeggibile ….) devono ritenersi compatibili con la destinazione agricola tutte “le varianti urbanistiche per opere di interesse pubblico che comportino variazione degli strumenti urbanistici comunali in zone “F”, cioè in “aree per servizi pubblici e di uso pubblico”. E già questo è più che discutibile: cosa c'entrano i servizi pubblici in generale con le aree agricole?
Se poi si arriva a forzare anche la classificazione delle aree “F”, facendo passare, come fa la variante adottata dal Consiglio comunale di Torreglia, come “servizi pubblici o di uso pubblico” interventi di tutt'altro tipo, va a finire che nelle aree agricole si può realizzare di tutto. 
E se nel caso specifico i 52.000 mc (più ovviamente strade, parcheggi e altro)  vengono calati su questo brandello di area agricola sopravvissuto a una dilagante, disordinata urbanizzazione, in realtà secondo l'aberrante indirizzo del Parco un intervento simile, o anche peggiore, sarebbe compatibile con qualsiasi area di promozione agricola. Non solo, ma addirittura anche con quelle di protezione agro-forestale. Una vera e propria follia. Ed è sconsolante che a trovare l'”inganno” per aggirare la seria normativa del PA sia stato (e non è purtroppo la prima volta)  proprio il Parco.
Se si è avuto il coraggio per una azione così assurda e pericolosa, in fondo ne dovrebbe bastare molto meno per ammettere l'errore e tornare indietro, allontanando dalle aree agricole questa micidiale spada di Damocle. Coldiretti, CIA e Confagricoltura hanno niente da dire in proposito?
                                                                       Gianni Sandon
                                                        Consigliere Ente Parco Colli Euganei

Nessun commento:

Posta un commento