Le straordinarie coincidenze:
Lunedì 17 luglio è
stato il giorno della prima mondiale della settima stagione del Trono
di Spade, della morte di George Romero e dell'incontro al castello
del Catajo contro la costruzione del più grande centro commerciale
della provincia di Padova.
Cosa c'entra? Vi
chiederete. Che senso ha mescolare queste cose? Direte.
C'entra, c'entra. Perché
erano 100 anni che il castello del Catajo aveva perso, o meglio
rinunciato alla sua influenza su quella parte di territorio che lo
circonda. Era dai tempi di Franz Ferdinand, che l'aveva svuotato
delle sue bellezze, e dai tempi del fascismo, che l'aveva usato per
ripianare debiti, che il castello era diventato un semplice centro di
gestione agricola dei propri terreni e non più centro d'influenza
economico-politica del territorio.
Negli ultimi mesi, ci
siamo accorti che il suo proprietario non aveva fatto un semplice
acquisto, determinato dall'occasione dell'inusitato basso prezzo(che
in Toscana avrebbe portato al solo acquisto di una bella colonica) ma
anche un investimento economico culturale di recupero, programmato
nel tempo. Lunedì c'è stato un ulteriore salto, da parte della
proprietà, questa volta politico. Certamente fatto per difendere il
suo investimento economico ma non solo. Infatti, quella che sembrava
una boutade(“Se fanno il centro commerciale, chiudo il castello”)
si è sviluppata in una strategia.
Dagli anni '90 le
associazioni ambientaliste del territorio(tra cui LaVespa) si battono
contro questo ipermercato, inutile e fuori tempo. In difesa sì del
paesaggio e del territorio ma in particolare contro l'ennesima
cementificazione del suolo e per uno stile di vita diverso da quello
che svuota i paesi dalle sue piccole attività commerciali. Lunedì
10 il coordinamento delle associazioni dei colli Euganei aveva
organizzato un incontro al Bachelet di Battaglia, che le stesse
associazioni avevano considerato un grande successo: interventi
pregnanti, tanta gente in piedi, un paio di giornalisti e i sindaci
di Due Carrare e Battaglia.
Nulla in confronto
all'incontro del Cataio: non c'era il Trono di Spade ma un tavolo con
il castellano Cervellin e i rappresentanti della Confesercenti(già
al Bachelet) e della Confcommercio. Però non son bastate le 100
sedie messe a disposizione dal comune di Battaglia per accogliere
sindaci(Due Carrare, Battaglia, Montegrotto, Galzignano, Arquà...),
tutte le associazioni ambientaliste dei colli, gli agricoltori, i
giornalisti locali, nazionali, internazionali e le tv. E qui il salto
è stato fatto, oltre le mura, oltre i roseti, oltre il canale, il
Castello ha ripreso la sua forte e pregnante influenza politica sul
territorio, non solo fisica ma anche mediatica. Non si tratta solo di
skej contro skej ma di un'alleanza strategico-politica che vorrebbe
far arretrare l'inverno(anche dei cambiamenti climatici)culturale che
avanza, per rimanere alla metaforica coincidenza col Trono di Spade.
Dall'altra parte permane
l'annoso tentativo(nel Trono di Spade l'inverno non dura mesi bensì
anni) d'insediare l'ipermercato in un territorio restio ad
accoglierlo. E a questo punto s'inseriscono gli zombie di George
Romero, perché proprio in uno dei film della sua famosa trilogia
(realizzata però negli anni '70), il regista degli horror, inserisce
un maxi Mall. Lui e Dario argento erano andati all'inaugurazione del
più grande Mall degli USA e da lì nasce quest'idea di far rifugiare
i protagonisti del film all'interno di questa struttura, con un
elicottero sul tetto, assediati da zombie e bande di motociclisti(le
citazioni si sprecano).
Oggi, gli zombie, sono
tornati di moda nei film e nelle serie, ma chi sono nel nostro caso?
Potrebbero essere questi fondi dei pensionati(la cosa intriga assai)?
Degli speculatori? Le società costruttrici? I politici che hanno
trasformato un terreno agricolo? O siamo noi? O meglio quella parte
grigia di consumatori che si muove a scatti, nelle proprie
macchinette alla ricerca di qualcosa(chissà cosa) da comprare, visto
nelle scatolette televisive o su qualche pagina facebook? Scegliete
voi, però per Romero gli zombie non erano la parte più negativa dei
suoi film, lo era invece il consumismo, tanto che Dario Argento,
ricordando il film, dice che “Per fortuna quel sistema di vendita è
fallito e stanno tornando i mercatini e i piccoli negozi”. Allora è
vero che lì vogliono scavare per trovare gli zombie che vivono
dentro di noi?
A fine serata è arrivato
Sgarbi che ha lanciato il suo anatema contro questo sgarbo
paesaggistico.
Noi guardiamo con
rispetto culturale a questo restauro del Catajo e a questo suo
ritrovato ruolo storico, anzi, invitiamo la proprietà di villa Emo
Selvatico(che chiude la parentesi attorno a Battaglia) a prendere
esempio e l'amministrazione battagliense a sollecitare un uso analogo
del parco e della villa, aprendo la vecchia entrata sul canale.
Questo dovrebbe essere un buon sviluppo economico culturale,
abbandonando idee di cementificazioni delle Valli Selvatiche.
Però, in tutta questa
storia, dev'essere chiaro che non possiamo aspettarci(e non ci
aspettiamo) sempre fortunate coincidenze, con proprietari illuminati
che si scontrano con società con intenti speculativi. Le
associazioni ci sono e da anni stanno denunciando le situazioni di
degrado. Perché è degradante esser parte della provincia record per
terreno cementificato(il 20% del territorio padovano). Perché è
degradante vedere il paesaggio offeso da opere inutili. Perché è
umiliante sentirsi prendere in giro con offerte false come posti di
lavoro, sottratti ad altri posti di lavoro. Perché è offensivo
esser trattati da zombie a cui viene sottratta la terra attraverso la
cementificazione a Due Carrare, a Monselice e con la terza corsia.
L'acqua con l'avvelenamento da PFAS. L'aria con i 52 milioni di
rifiuti tossici della exC&C e la trasformazione dei cementifici
in inceneritori.
In tutto ciò l'attore
principale, non del Trono di Spade o dei film di Romero, cioè la
regione, cioè il Governatore Luca Zaia, osserva da attonito
spettatore silente. Speriamo in un suo risveglio e che si unisca a
noi zombie nell'assedio, nella difesa e nella pulizia dal cemento,
dall'inquinamento della terra veneta e solo allora potremo parlare
veramente d'indipendenza nelle scelte in casa nostra!