"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

venerdì 23 maggio 2014

Coincidenze o destino?



Quando, l'altro giorno, ho alzato la testa e l'ho vista, non ci volevo credere. Sopra Battaglia c'era una tromba d'aria! Ecco, ho pensato, ci mancava solo questo, ora arriva un bel tornado e chissà dove s'abbatte l'ennesima sfortuna. Invece non è successo nulla, per fortuna. Sì, proprio per fortuna, perché se ci pensate bene è da un po' di tempo che il nostro paese sbatte contro, non so come definirle: sfortune, coincidenze negative, destino avverso o punizioni divine. 
Se ci pensate un attimo e le mettete in fila, vi accorgerete che ne sono successe di tutti i colori. In ordine inverso: le alluvioni(perché son state più d'una in pochi anni), le chiese dissestate, il canale svuotato con le mura crollate e la statale crepata, i rifiuti tossici, la chiusura dell'INPS e della ex-Galileo. E non so se ho dimenticato qualcosa, perché alcune di queste non le ho viste di persona ma spero di non vederne altre. Non sono le dieci piaghe d'Egitto ma son guai grossi per un piccolo paese. 
Se fossimo in un'epoca diversa staremmo a implorare dei o a pregare Dio e a fare penitenza. Ma che peccati possiamo aver commesso per meritarci tutto questo? Presunzione?  Se è sfortuna, forse dovremmo fare un nuovo monumento, magari un ferro di cavallo gigante. Se sono solo coincidenze sono un po' troppe e spero finiranno. Contro il destino avverso ci vuole un cambiamento forte. 
Però, a ben guardare, forse non si tratta di nulla di ciò. In tutto questo c'è lo zampino dell'uomo, la trascuratezza e l'alterigia di chi fa le cose senza tener conto delle conseguenze. Il comportamento delinquenziale(C&C). La mancanza di onestà o di competenze. La non programmazione e valutazione del futuro. E' vero, c'è una crisi economica regionale e mondiale ma qui si tratta d'altro: si tratta di pensare un futuro diverso, di programmarlo e cercarlo. Un paese piccolo come Battaglia ha le intelligenze e le forze per farlo? 
La storia di questo paese insegna che le svolte, le novità, lo sviluppo positivo son sempre arrivate da fuori. E' stato sempre un foresto che ha portato qui innovazione e lavoro: fossero i padovani col canale e i mulini, i carraresi e i fabrianesi con la cartiera, i veneziani con il commercio fluviale, i Selvatico e gli Obizzi con le loro ville, gli austriaci Wimpfen che hanno rinnovato le terme, le officine e dato il primato dell'illuminazione elettrica al nostro paese. 
E ora? Ora che vogliamo fare? O stiamo ad aspettare che arrivi un altro forestiero( ma intanto la foresta non c'è più) o facciamo qualcosa noi. In tutto questo i cittadini di Battaglia erano per lo più migranti, si arrivava qui perché Battaglia non ha mai avuto mura difensive, perché era fatta di "fabriche", di lavoro. Ora il primo maggio c'è canale fiorito, una bella festa, che ha più successo della(una volta famosa) Fiera ma non è la festa del lavoro, perché qui di lavoro ce n'è poco. Allora, o aspettiamo il "foresto"  o chiediamo aiuto a noi stessi. I cittadini di Battaglia sono stati sempre nel mezzo, mai veramente protagonisti. Per cambiare questa situazione c'è bisogno di una svolta. Di chiedere collaborazione, aiuto e idee a tutti. C'è bisogno di abbandonare il noi e il loro e offrire spazi di confronto. Non di costruire muri attorno al comune. Serve che la parola "Comune" realizzi nella quotidianità e nell'emergenza il suo significato etimologico. Un posto di tutti, dove tutti possano portare idee e spiegare come realizzarle. Bastano i voti per governare un paese ma non per amministralo bene. 
Fare una X sopra una scheda elettorale non è un segno scaramantico, è molto di più, è decidere del proprio futuro e mettere una croce sopra a un passato negativo.  
NOI SIAMO PRONTI E VOI?