"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

domenica 23 luglio 2017

Il Trono di Spade, il Catajo e gli zombie!


Le straordinarie coincidenze:
Lunedì 17 luglio è stato il giorno della prima mondiale della settima stagione del Trono di Spade, della morte di George Romero e dell'incontro al castello del Catajo contro la costruzione del più grande centro commerciale della provincia di Padova.
Cosa c'entra? Vi chiederete. Che senso ha mescolare queste cose? Direte.
C'entra, c'entra. Perché erano 100 anni che il castello del Catajo aveva perso, o meglio rinunciato alla sua influenza su quella parte di territorio che lo circonda. Era dai tempi di Franz Ferdinand, che l'aveva svuotato delle sue bellezze, e dai tempi del fascismo, che l'aveva usato per ripianare debiti, che il castello era diventato un semplice centro di gestione agricola dei propri terreni e non più centro d'influenza economico-politica del territorio.
Negli ultimi mesi, ci siamo accorti che il suo proprietario non aveva fatto un semplice acquisto, determinato dall'occasione dell'inusitato basso prezzo(che in Toscana avrebbe portato al solo acquisto di una bella colonica) ma anche un investimento economico culturale di recupero, programmato nel tempo. Lunedì c'è stato un ulteriore salto, da parte della proprietà, questa volta politico. Certamente fatto per difendere il suo investimento economico ma non solo. Infatti, quella che sembrava una boutade(“Se fanno il centro commerciale, chiudo il castello”) si è sviluppata in una strategia.
Dagli anni '90 le associazioni ambientaliste del territorio(tra cui LaVespa) si battono contro questo ipermercato, inutile e fuori tempo. In difesa sì del paesaggio e del territorio ma in particolare contro l'ennesima cementificazione del suolo e per uno stile di vita diverso da quello che svuota i paesi dalle sue piccole attività commerciali. Lunedì 10 il coordinamento delle associazioni dei colli Euganei aveva organizzato un incontro al Bachelet di Battaglia, che le stesse associazioni avevano considerato un grande successo: interventi pregnanti, tanta gente in piedi, un paio di giornalisti e i sindaci di Due Carrare e Battaglia.
Nulla in confronto all'incontro del Cataio: non c'era il Trono di Spade ma un tavolo con il castellano Cervellin e i rappresentanti della Confesercenti(già al Bachelet) e della Confcommercio. Però non son bastate le 100 sedie messe a disposizione dal comune di Battaglia per accogliere sindaci(Due Carrare, Battaglia, Montegrotto, Galzignano, Arquà...), tutte le associazioni ambientaliste dei colli, gli agricoltori, i giornalisti locali, nazionali, internazionali e le tv. E qui il salto è stato fatto, oltre le mura, oltre i roseti, oltre il canale, il Castello ha ripreso la sua forte e pregnante influenza politica sul territorio, non solo fisica ma anche mediatica. Non si tratta solo di skej contro skej ma di un'alleanza strategico-politica che vorrebbe far arretrare l'inverno(anche dei cambiamenti climatici)culturale che avanza, per rimanere alla metaforica coincidenza col Trono di Spade.
Dall'altra parte permane l'annoso tentativo(nel Trono di Spade l'inverno non dura mesi bensì anni) d'insediare l'ipermercato in un territorio restio ad accoglierlo. E a questo punto s'inseriscono gli zombie di George Romero, perché proprio in uno dei film della sua famosa trilogia (realizzata però negli anni '70), il regista degli horror, inserisce un maxi Mall. Lui e Dario argento erano andati all'inaugurazione del più grande Mall degli USA e da lì nasce quest'idea di far rifugiare i protagonisti del film all'interno di questa struttura, con un elicottero sul tetto, assediati da zombie e bande di motociclisti(le citazioni si sprecano).
Oggi, gli zombie, sono tornati di moda nei film e nelle serie, ma chi sono nel nostro caso? Potrebbero essere questi fondi dei pensionati(la cosa intriga assai)? Degli speculatori? Le società costruttrici? I politici che hanno trasformato un terreno agricolo? O siamo noi? O meglio quella parte grigia di consumatori che si muove a scatti, nelle proprie macchinette alla ricerca di qualcosa(chissà cosa) da comprare, visto nelle scatolette televisive o su qualche pagina facebook? Scegliete voi, però per Romero gli zombie non erano la parte più negativa dei suoi film, lo era invece il consumismo, tanto che Dario Argento, ricordando il film, dice che “Per fortuna quel sistema di vendita è fallito e stanno tornando i mercatini e i piccoli negozi”. Allora è vero che lì vogliono scavare per trovare gli zombie che vivono dentro di noi?
A fine serata è arrivato Sgarbi che ha lanciato il suo anatema contro questo sgarbo paesaggistico.
Noi guardiamo con rispetto culturale a questo restauro del Catajo e a questo suo ritrovato ruolo storico, anzi, invitiamo la proprietà di villa Emo Selvatico(che chiude la parentesi attorno a Battaglia) a prendere esempio e l'amministrazione battagliense a sollecitare un uso analogo del parco e della villa, aprendo la vecchia entrata sul canale. Questo dovrebbe essere un buon sviluppo economico culturale, abbandonando idee di cementificazioni delle Valli Selvatiche.
Però, in tutta questa storia, dev'essere chiaro che non possiamo aspettarci(e non ci aspettiamo) sempre fortunate coincidenze, con proprietari illuminati che si scontrano con società con intenti speculativi. Le associazioni ci sono e da anni stanno denunciando le situazioni di degrado. Perché è degradante esser parte della provincia record per terreno cementificato(il 20% del territorio padovano). Perché è degradante vedere il paesaggio offeso da opere inutili. Perché è umiliante sentirsi prendere in giro con offerte false come posti di lavoro, sottratti ad altri posti di lavoro. Perché è offensivo esser trattati da zombie a cui viene sottratta la terra attraverso la cementificazione a Due Carrare, a Monselice e con la terza corsia. L'acqua con l'avvelenamento da PFAS. L'aria con i 52 milioni di rifiuti tossici della exC&C e la trasformazione dei cementifici in inceneritori.
In tutto ciò l'attore principale, non del Trono di Spade o dei film di Romero, cioè la regione, cioè il Governatore Luca Zaia, osserva da attonito spettatore silente. Speriamo in un suo risveglio e che si unisca a noi zombie nell'assedio, nella difesa e nella pulizia dal cemento, dall'inquinamento della terra veneta e solo allora potremo parlare veramente d'indipendenza nelle scelte in casa nostra!

sabato 1 luglio 2017

I NUOVI MOSTRI LUNEDI 10 ALLE 21 AL BACHELET A BATTAGLIA

Ancora grandi progetti di cementificazione tra Monselice e Due Carrare
“Via libera al mega ipermercato“, “A Due Carrare il più grande ipermercato della provincia” : questi i titoli dei giornali locali dei giorni scorsi. Continua la bulimia di cemento sul territorio, una fame insaziabile che non sarà paga fino a che l’ultimo centimetro di terra non sarà coperto. Cemento che si insedia dove c’era il verde, alberi, prati, acque. Il mito del gigantismo sembra non avere mai fine. Pubblichiamo di seguito la lettera aperta a firma del Coordinamento delle Associazioni Colli Euganei.

Ecco che nel giro di una manciata di mesi, nei pochi chilometri che uniscono Monselice a Due Carrare ci troviamo tre bei progetti di ulteriore cementificazione: il polo agro-alimentare a Monselice che sottrarrà 300.000 mq di terreno vergine; il riesumato centro commerciale di Due Carrare, di fronte al castello del Catajo, altre migliaia di metri quadrati di terreno agricolo; la terza corsia dell’A13. Più tutte le altre opere di viabilità conseguenti: svincoli, rotatorie, parcheggi, “opere di compensazione”… perché, si sa, cemento chiama cemento.

E per fortuna che è appena stata approvata la legge regionale per il contenimento del consumo di suolo! Legge che, beninteso, non vuole certo “mortificare esigenze insediative legittime” ed è quindi ben aperta alle deroghe.

Ormai tutti, non solo i soliti ambientalisti, ma cittadini, commercianti, associazioni di categoria sono profondamente convinti che è ora di dare un freno alla depauperazione del territorio, che porta solo alla miseria e al degrado, e sono esasperati da queste politiche ipocrite che predicano bene e razzolano malissimo.

Non serve ricordare il triste primato del Veneto, secondo solo alla Lombardia, sul consumo di suolo. Non serve leggere il rapporto Ispra 2016, che oltre a confermare questo dato, evidenzia come in particolare nel Veneto, nei comuni di pianura, sia alto il prezzo da pagare, in termini economici e ambientali, per ogni ettaro di suolo sottratto alla terra. Non serve ricordare che il Veneto è la regione italiana con la più alta densità di centri commerciali, una regione in cui assistiamo alla “cannibalizzazione” reciproca degli stessi: uno smisurato eccesso di offerta in spazi sempre più intasati e per un numero sempre minore di clienti. Processo che negli Stati Uniti si è fatto inarrestabile fino a divenire un fenomeno di studio, con persino una voce specifica su Wikipedia, ‘Dead Mall‘.

Per non parlare della desertificazione commerciale che questi insediamenti determinerebbero nel territorio circostante, in questo caso non solo nei piccoli comuni di Due Carrare, Battaglia, Pernumia, che vedrebbero la totale scomparsa dei negozi di prossimità, ma anche nei centri urbani medi e grandi come Monselice, Abano, Montegrotto e la stessa Padova, dove i negozi sfitti e chiusi da anni si contano ormai a centinaia e centinaia.

Tutte queste considerazioni sono troppo spesso completamente inascoltate, anche da chi a parole tende a manifestare sensibilità ambientale. Non intendiamo comunque subire passivamente queste imposizioni e invitiamo gli amministratori e i cittadini a combattere questi folli e anacronistici progetti in tutti i modi possibili.

Coordinamento associazioni dei Colli Euganei