"La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare". (Andrea Zanzotto)

giovedì 22 marzo 2012

giornata mondiale dedicata all'acqua

Abbiamo dedicato una festa all'acqua e nell'occasione abbiano scritto e recitato uno spettacolo teatrale con la storia di un paese che è nato solo per merito dell'acqua. In questa occasione ne riproponiamo l'introduzione.  http://www.unwater.org/worldwaterday/


Guera del fogo!
Guera del pan!
Guera de l’oro!
Guera del petrolio!
Guera de l’àqua!
Ma quaea guera, no so cuà par descorere de guera ma de 800 ani de Bataje!
800 ani de Bataje!
De cossa xeo fato un paese?
De case, de strade, de ponti, de cése, paeasi, fabriche e, de sàngoe: carne e sàngoe!
Parché xe ła carne e el sàngoe, overo ea xente che fa e case e strade e tuto queo che ghe xe in un paese! Ma el proverbio dise: de merda e àqua santa ghe ne vol sempre tanta! E desso no savaria dirve come che ła xe ła merda, ma de serto l’àqua xe santa!
Cuà no ghe xe sta l’età de bronzo, de fero o preromana o romana, cuà ghe xe sta soeo età de l’àqua!
Aqua Negra, Bisato, Cioare, Gorghissolo, Paltana, Palù, Rialto, Rivea, Sabion, Scoeo Canea, Seriola, Canae Vigenson, Fossi, Bote, Botesina, Conca, Pescheria, Squero. Tuti loghi de àqua, tuti posti de sto paese!
Cualche ano fa xe sircoeà na notisia sientifica. Un sienziato ga dito che l’àqua ga memoria. Se l’àqua querse na roba, na forma, ea sea mena in memoria. Me piaseva sta roba cuà, me recordo chel dì, son dà sora al ponte dei scaini e go vardà l’àqua, gavevo dei sasseti e i go butà, uno tre secondi drio chealtro e go visto tute e Bataje che xe passà in 800 ani. El sercio se slargava e drento ghe ne nasseva n’altro e n’altro e n’altro. Tuti distanti compagni e tuti che finiva in coste ai cuarei dea mura. Mi vardavo drento chéi sérci e go visto ea storia de sto paese, e face che ło ga fato. Face de àqua, face lisie o increspà de grinse, face umiłi de àqua. Xe sta mejo che vardare ła tełevision. Dovevo gavere un muso da mona co go tirà su i oci. E me so sentio de pì mona co go sentio contare che ła teoria del siensiato ea iera na casada. Ma mi ea go vista, mi mea ricordo ea storia che go vardà drento el canae e se voì, vea conto ea memoria de l’àqua!  Voìo che vea conta o che vea diga?

mercoledì 21 marzo 2012

Basta poco

In occasione della giornata mondiale della poesia e dell'arrivo della primavera abbiamo scelto una poesia di Luciano Rosada, poeta egregio, dal suo libro "El sfrato"
Basta poco


 
Basta poco
basta on gnénte
on cantonsin
on fassoéto de cielo
d'on bel celeston,
quatro rondoni che zola
corendose drio sberegando,
on sbareto de fiori nati da sói
e magari el bordelo de n'aqua
che casca zo da na fontanela
par fare de na matin trista
na zornada bèa. 

domenica 18 marzo 2012

25 anni de LaVespa

Le date sono importanti o no? Alcune sì, altre no? I compleanni e anche gli anniversari sono importanti? E le coincidenze sono importanti? 
E' appena passato un anno dal disastro naturale e nucleare in Giappone ed ecco uscire la notizia che ci sono progetti di nuove centrali in tutto il mondo (in questo momento le centrali nucleari sono 439 e 34 sono in costruzione). Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti, ormai, che non esiste la centrale nucleare sicura, che manipolare l'energia nucleare non è sicuro per nessuno. S'è fatto un gran parlare di progresso nel controllo e nella messa in sicurezza dell'energia nucleare, di centrali di seconda generazione. E' vero, le centrali sono di seconda generazione ma questo non vuol dire nulla. I progressi nel campo del controllo del nucleare sono stati veramente minimi, anzi quasi nulli. Al contrario di quelli sulle energie rinnovabili che hanno fatto progressi stupefacenti. Esiste solo uno sviluppo economico dell'energia nucleare e niente altro. La prima cosa che ci ha sorpresi è stato che un popolo che consideravamo intelligente e accorto come quello giapponese abbia investito così tanto nel nucleare. I giapponesi sono stati gli unici ad essere colpiti e ad aver visto le conseguenze del nucleare su due proprie città alla fine della seconda guerra mondiale. Esistono i resti di quanto è successo, eppure i giapponesi hanno creduto di poter imprigionare e controllare l'energia nucleare. Hanno creduto di poter sconfiggere il loro passato, azzerarlo. Ancora una volta l'uomo studia la storia ma non impara da essa.

venerdì 16 marzo 2012

Radici, radicamento, radicarsi, sradicare, eradicare. Andar par radìci!

Andar par radìci. Quant'è evocativa questa frase! Spero non solo per chi scrive. E' quello che faranno quelli de LaVespa domenica mattina: andranno par radìci. Infatti, dopo il suggerimento di Patrizia per andar a sentire il premio "gnaro d'oro" Mercalli e la passeggiata suggerita da Marco e Stefano da Battaglia al Venda, ora tocca a Elisa e Angela organizzare una raccolta d'erbette per il mitico piatto TerraTerra della festa de LaVespa. Un piatto unico, originale, creato dal grancuoco Massimo. Ma per fare le frittatine, la maiolina e le polpettine, servono le erbette di campo. E allora tutti a inchinarsi alla terra per raccogliere i suoi frutti. Allora, ricordando ancora che il tema della festa de LaVespa di quest'anno è il TERRITORIO. Per chi volesse conoscere le erbe selvatiche del nostro territorio appuntamento Domenica Mattina alle ore 9 nel piazzale della cava, zona parcheggio camper. In caso di pioggia, tutto rinviato  alla domenica successiva.  

sabato 10 marzo 2012

Passeggiata Battaglia-Venda(da Marco e Stefano)

Come annunciato per quest'anno il tema della festa de LaVespa è il TERRITORIO. Da  una settimana il gruppo si è messo in cammino per prepararsi all'evento, se vuoi partecipare, contribuire, aiutare, vieni pure, abbiamo bisogno di teste e di braccia. Nel frattempo i componenti del gruppo segnaleranno iniziative, incontri o proporranno eventi utili a conoscere il territorio dal punto di vista  ambientalista, naturalistico, culturale, fisico, sociale, economico, politico, ludico, tradizionale. Oggi la segnalazione arriva da Marco e Stefano che ci invitano:
alla passeggiata di domenica 11, il percorso riprende in parte quello dalla traversata del solstizio d’inverno. Si parte dalla cava Monte Croce di Battaglia verso le otto. Si percorre via Montenuovo fino alla “casa di Maccagnan”, da qui si sale, via “monteseo dea tana dea mincia”, al Monte Ceva. Dal Ceva si scende poi ai Regazzoni e si percorrono le creste dei monti delle Valli fino a raggiungere il Piccolo Marte. Da qui si attraversa la strada Galzignano-Torreglia (“e bisse de Toreja”) e si aggredisce il versante sud del Monte Rua, sino ad arrivare all’eremo. Dall’eremo ci si porta al Roccolo e da qui si arriva poi ai ruderi del monastero olivetano del Venda, punto più elevato del percorso. Discesa verso il Re del Venda e arrivo alla Cengolina, dove avremo le auto.


Si dovrebbe trattare di circa quindici kilometri di cammino e l’arrivo è previsto grosso modo per le due-due e mezza del pomeriggio, a seconda del passo e delle soste (naturalmente non è una gara e quando si vuol fare una sosta per ammirare il panorama o mangiare qualcosa non c’è problema). In caso dibrutto tempo si rinvia tutto alla settimana dopo…
Chi vuole ulteriori informazioni contatti Marco e Stefano a info@lavespa.org  

martedì 6 marzo 2012

Mercalli a Padova(da Patrizia)

Come annunciato per quest'anno il tema della festa de LaVespa è il TERRITORIO. Da questa settimana il gruppo si mette in cammino per prepararsi all'evento, se vuoi partecipare, contribuire, aiutare, vieni pure, abbiamo bisogno di teste e di braccia. Nel frattempo i componenti del gruppo segnaleranno iniziative, incontri o proporranno eventi utili a conoscere il territorio dal punto di vista  ambientalista, naturalistico, culturale, fisico, sociale, economico, politico, ludico, tradizionale. Oggi la segnalazione arriva da Patrizia che ci invita all'incontro con:
LUCA MERCALLI, non solo metereologo, non solo personaggio televisivo, non solo vincitore del GNARO D'ORO ma anche cittadino e scienziato impegnato nella difesa del territorio. Mercalli sarà a Padova giovedì 8 marzo alle ore 21 alla SALA POLIVALENTE in via D. Valeri 17-19 per parlare de I LIMITI DELLA CRESCITA SONO ARRIVATI: COME PREPARARSI AL FUTURO?

lunedì 5 marzo 2012

TERRITORIO

Il gruppo LaVespa ha deciso che il tema della festa di quest'anno sarà:
il TERRITORIO

domenica 4 marzo 2012

C&C Un aiuto regionale.(Pare...)

All'unanimità il consiglio regionale ha votato questa modifica che sembrerebbe anche un aiuto economico ai comuni che hanno discariche di rifiuti tipo quella della C&C. Questo, per ora non sposta un grammo di rifiuti, vedremo in seguito.

Modifica dell'art. 37 della legge regionale 21 gennaio 2000, n. 3 “Nuove norme in materia di gestione dei rifiuti”.
1. L' art. 37 della legge regionale 21 gennaio 2000, n. 3 è sostituito dal seguente:
“Articolo 37 - Contributo ambientale a favore della Regione e dei comuni sede di impianti di recupero e di smaltimento di rifiuti.
      1. I soggetti che effettuano la gestione di impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti devono corrispondere un contributo ambientale destinato, quota parte, a interventi finalizzati prioritariamente al ristoro del disagio indotto nel territorio dalla presenza dell'impianto a favore dei comuni ove gli impianti sono ubicati e, per la restante parte, a favore della Regione per far fronte ai costi derivanti dalla gestione post mortem di discariche non più attive nonché agli interventi di bonifica e ripristino ambientale posti a carico delle amministrazioni pubbliche interessate ai sensi della vigente normativa di settore.
      2. la Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, provvede:
      a) ad individuare le tipologie di impianti per la gestione dei quali è dovuto il contributo di cui al comma 1;
      b) a determinare l'entità del contributo a favore dei comuni e della regione in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti movimentati;
      c) a determinare i criteri per la suddivisione del contributo fra i comuni confinanti effettivamente interessati al disagio provocato dalla presenza degli impianti.
      3. Il gettito derivante dall'applicazione del contributo ambientale di cui al presente articolo, per la parte di spettanza regionale, viene introitato all'upb E0166 “Trasferimenti correnti da altri soggetti”. Le somme introitate per gli interventi per la gestione post mortem di discariche non più attive e per la bonifica, il ripristino e la mitigazione ambientale, sono vincolate nella destinazione all'upb U0107 “Trasferimenti per lo smaltimento dei rifiuti” e all'upb U0108 “Interventi strutturali nello smaltimento di rifiuti”.
      4. Il contributo di spettanza regionale è versato dai gestori degli impianti di cui al comma 1 alla Regione Veneto, entro il mese successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le operazioni di conferimento dei rifiuti.
      5. Il mancato e puntuale versamento del contributo ambientale da parte dei gestori, accertato dall'autorità di vigilanza, qualora non comporti anche violazione dell'autorizzazione all'esercizio, è punito, a titolo sanzionatorio, con il versamento del contributo medesimo nella misura doppia di quella dovuta.
      6. Nelle upb del bilancio regionale di cui al comma 2, vengono  introitati e vincolati all'utilizzo i contributi compensativi di mitigazione ambientale previsti negli impianti di gestione dei rifiuti autorizzati che non siano utilizzati secondo le indicazioni regionali dai comuni sede di impianto.
      7. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, può provvedere ad aggiornare annualmente il contributo ambientale.
      8. Il gettito a favore dei comuni derivante dall'applicazione del contributo disciplinato dal presente articolo é destinato a interventi finalizzati prioritariamente al ristoro del disagio indotto nel territorio dalla presenza dell'impianto." 
2. La Giunta adotta il provvedimento di cui all'articolo 37, comma 2 della legge regionale n. 3 del 2000 così come modificato dal comma 1, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.

sabato 3 marzo 2012

RIPENSARE IL TAV

Pubblichiamo l'appello che vede tra i primi firmatari Luca Mercalli a cui il gruppo LaVespa nel 2007 ha conferito          "IL GNARO D'ORO"
Appello per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione
al Presidente del Consiglio Mario Monti
Gennaio 2012
   
Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Prof. Mario MontiPalazzo ChigiROMA
gennaio 2012

Oggetto: Appello per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino – Lione, Progetto Prioritario TEN-T N° 6, sulla base di evidenze economiche, ambientali e sociali.

Onorevole Presidente,
ci rivolgiamo a Lei e al Governo da Lei presieduto, nella convinzione di trovare un ascolto attento e privo di pregiudizi a quanto intendiamo esporLe sulla base della nostra esperienza e competenza professionale ed accademica. Il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta per noi, ricercatori, docenti e professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese. Ciò è tanto più vero nella presente difficile congiuntura economica che il suo Governo è chiamato ad affrontare.

Sentiamo come nostro dovere riaffermare - e nel seguito di questa lettera, argomentare - che il progetto1 della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”, non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è passibile di generare ingenti danni ambientali diretti e indiretti, e infine è tale da generare un notevole impatto sociale sulle aree attraversate, sia per la prevista durata dei lavori, sia per il pesante stravolgimento della vita delle comunità locali e dei territori coinvolti.

Diminuita domanda di trasporto merci e passeggeri
Nel decennio tra il 2000 e il 2009, prima della crisi, il traffico complessivo di merci dei tunnel autostradali del Fréjus e del Monte Bianco è crollato del 31%. Nel 2009 ha raggiunto il valore di 18 milioni di tonnellate di merci trasportate, come 22 anni prima. Nello stesso periodo si è dimezzato anche il traffico merci sulla ferrovia del Fréjus, anziché raddoppiare come ipotizzato nel 2000 nella Dichiarazione di Modane sottoscritta dai Governi italiano e francese. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, tra l’altro, non sarebbe nemmeno ad Alta Velocità per passeggeri perché, essendo quasi interamente in galleria, la velocità massima di esercizio sarà di 220 km/h, con tratti a 160 e 120 km/h, come risulta dalla VIA presentata dalle Ferrovie Italiane. Per effetto del transito di treni passeggeri e merci, l’effettiva capacità della nuova linea ferroviaria Torino-Lione sarebbe praticamente identica a quella della linea storica, attualmente sottoutilizzata nonostante il suo ammodernamento terminato un anno fa e per il quale sono stati investiti da Italia e Francia circa 400 milioni di euro.

Assenza di vantaggi economici per il Paese
Per quanto attiene gli aspetti finanziari, ci sembra particolarmente importante sottolineare l’assenza di un effettivo ritorno del capitale investito. In particolare:
1. Non sono noti piani finanziari di sortaSono emerse recentemente ipotesi di una realizzazione del progetto per fasi, che richiedono nuove analisi tecniche, economiche e progettuali. Inoltre l’assenza di un piano finanziario dell’opera, in un periodo di estrema scarsità di risorse pubbliche, rende ancora più incerto il quadro decisionale in cui si colloca, con gravi rischi di “stop and go”.
2. Il ritorno finanziario appare trascurabile, anche con scenari molto ottimistici.Le analisi finanziarie preliminari sembrano coerenti con gli elevati costi e il modesto traffico, cioè il grado di copertura delle spese in conto capitale è probabilmente vicino a zero. Il risultato dell’analisi costi-benefici effettuata dai promotori, e molto contestata, colloca comunque l’opera tra i progetti marginali.
3. Ci sono opere con ritorni certamente più elevati: occorre valutare le prioritàRisolvere i fenomeni di congestione estrema del traffico nelle aree metropolitane così come riabilitare e conservare il sistema ferroviario "storico" sono alternative da affrontare con urgenza, ricche di potenzialità innovativa, economicamente, ambientalmente e socialmente redditizie.
4. Il ruolo anticiclico di questo tipo di progetti sembra trascurabile.Le grandi opere civili presentano un’elevatissima intensità di capitale, e tempi di realizzazione molto lunghi. Altre forme di spesa pubblica presenterebbero moltiplicatori molto più significativi.
5. Ci sono legittimi dubbi funzionali, e quindi economici, sul concetto di corridoio.I corridoi europei sono tracciati semi-rettilinei, con forti significati simbolici, ma privi di supporti funzionali. Lungo tali corridoi vi possono essere tratte congestionate alternate a tratte con modesti traffici. Prevedere una continuità di investimenti per ragioni geometriche può dar luogo ad un uso molto inefficiente di risorse pubbliche, oggi drammaticamente scarse.

Bilancio energetico-ambientale nettamente negativo.
Esiste una vasta letteratura scientifica nazionale e internazionale, da cui si desume chiaramente che i costi energetici e il relativo contributo all’effetto serra da parte dell’alta velocità sono enormemente acuiti dal consumo per la costruzione e l’operatività delle infrastrutture (binari, viadotti, gallerie) nonché dai più elevati consumi elettrici per l’operatività dei treni, non adeguatamente compensati da flussi di traffico sottratti ad altre modalità. Non è pertanto in alcun modo ipotizzabile un minor contributo all’effetto serra, neanche rispetto al traffico autostradale di merci e passeggeri. Le affermazioni in tal senso sono basate sui soli consumi operativi (trascurando le infrastrutture) e su assunzioni di traffico crescente (prive di fondamento, a parte alcune tratte e orari di particolare importanza).

Risorse sottratte al benessere del Paese
Molto spesso in passato è stato sostenuto che alcuni grandi progetti tecnologici erano altamente remunerativi e assolutamente sicuri; la realtà ha purtroppo dimostrato il contrario. Gli investimenti per grandi opere non giustificate da una effettiva domanda, lungi dal creare occupazione e crescita, sottraggono capitali e risorse all’innovazione tecnologica, alla competitività delle piccole e medie imprese che sostengono il tessuto economico nazionale, alla creazione di nuove opportunità lavorative e alla diminuzione del carico fiscale. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con un costo totale del tunnel transfrontaliero di base e tratte nazionali, previsto intorno ai 20 miliardi di euro (e una prevedibile lievitazione fino a 30 miliardi e forse anche di più, per l’inevitabile adeguamento dei prezzi già avvenuto negli altri tratti di Alta Velocità realizzati), penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine all’entità della stessa manovra economica che il Suo Governo ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa. è legittimo domandarsi come e a quali condizioni potranno essere reperite le ingenti risorse necessarie a questa faraonica opera, e quale sarà il ruolo del capitale pubblico. Alcune stime fanno pensare che grandi opere come TAV e ponte sullo stretto di Messina in realtà nascondano ingenti rischi per il rapporto debito/PIL del nostro Paese, costituendo sacche di debito nascosto, la cui copertura viene attribuita a capitale privato, di fatto garantito dall’intervento pubblico.

Sostenibilità e democrazia
La sostenibilità dell’economia e della vita sociale non si limita unicamente al patrimonio naturale che diamo in eredità alle generazioni future, ma coinvolge anche le conquiste economiche e le istituzioni sociali, l’espressione democratica della volontà dei cittadini e la risoluzione pacifica dei conflitti. In questo senso, l’applicazione di misure di sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea ferroviaria Torino-Lione ci sembra un’anomalia che Le chiediamo vivamente di rimuovere al più presto, anche per dimostrare all’Unione Europea la capacità dell’Italia di instaurare un vero dialogo con i cittadini, basato su valutazioni trasparenti e documentabili, così come previsto dalla Convenzione di Århus2.
Per queste ragioni, Le chiediamo rispettosamente di rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo le necessità dell’opera.

Non ci sembra privo di fondamento affermare che l’attuale congiuntura economica e finanziaria giustifichi ampiamente un eventuale ripensamento e consentirebbe al Paese di uscire con dignità da un progetto inutile, costoso e non privo di importanti conseguenze ambientali, anche per evitare di iniziare a realizzare un’opera che potrebbe essere completata solo assorbendo ingenti risorse da altri settori prioritari per la vita del Paese.

Con viva cordialità e rispettosa attesa,

Sergio Ulgiati, Università Parthenope, NapoliIvan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubbliciLuca Mercalli, Società Meteorologica ItalianaMarco Ponti, Politecnico di Milano