COMITATO
SOS C&C – ASSOCIAZIONE LaVespa
La
petizione presentata dai cittadini nel 2013 riguardante la ex C&C
sarà ridiscussa lunedì 28 novembre, a Bruxelles, in Commissione
Petizioni. Grazie all’interessamento dell’eurodeputata Eleonora
EVI (M5S), i rappresentanti dell’Associazione LaVespa e del
Comitato SOS C&C esporranno nuovamente i motivi per i quali il
problema del sito di Pernumia merita una rinnovata attenzione e nuovi
approfondimenti.
La
Regione Veneto infatti, nello scambio documentale intercorso con
Bruxelles, comunicava di avere messo in atto o avviato provvedimenti
per la risoluzione del problema della ex C&C, quali stanziamenti
di denaro, interventi di messa in sicurezza, analisi, tanto da
indurre la Commissione Petizioni a chiedere la chiusura del
procedimento in quanto “le autorità italiane competenti stanno
adottando misure appropriate per assicurare la pulizia del sito”
(maggio 2016).
Ma
poiché invece la situazione della cosiddetta fabbrica dei veleni di
Pernumia non è affatto mutata né tantomeno risolta, su quanto
dichiarato dalle autorità italiane (Regione Veneto e Comune di
Pernumia) i cittadini daranno delle opportune precisazioni. Non
bastano infatti degli atti formali a risolvere il problema, e in
questa vicenda molte intenzioni programmatiche sono ancora allo stato
di intenzioni programmatiche e importanti stanziamenti di fondi,
peraltro non risolutivi, sono ancora fermi nelle casse regionali da
diversi anni.
Per
cominciare, lo stanziamento di 200.000 euro della Regione per
l’analisi dell’area esterna non è ancora stato utilizzato, dopo
ben 7 anni. Era finalizzato a verificare
la contaminazione del suolo e delle falde dal momento che 3.500
tonnellate di rifiuti erano stati riversati sul terreno e lì sono
rimasti per oltre 5 anni. I passaggi normativi sono stati fatti, ma
il Sindaco di Pernumia ha dichiarato
che non farà eseguire le analisi prima della completa rimozione dei
rifiuti che sono dentro ai capannoni. Per come stanno procedendo le
cose, tra quanti anni i cittadini sapranno se le falde idriche sono
contaminate?
Il
secondo finanziamento è del 2011: altri 500.000 euro per la messa in
sicurezza e il parziale asporto di rifiuti. Praticamente con un bando
del 2015 sono state asportate 2.700 tonnellate, pari al 4% delle
52.000 totali, utilizzando 250.000 euro.
Vi
sono poi i 1.500.000 euro che la Regione Veneto ha stanziato nel 2014
per la rimozione dei rifiuti. Ebbene, il bando di gara del 2015
sopra citato ha riguardato solo 250.000 euro residui del
finanziamento del 2011, anche se il milione e mezzo era già
disponibile alla data del bando. A tutt’oggi, dopo due anni, anche
questo finanziamento non è ancora stato speso. Il Comune ha solo
annunciato che lo utilizzerà, ma i tempi sono ancora tutti da
definire.
Intanto
la situazione del sito è sempre molto precaria, addirittura,
terminati i lavori, l’area è stata abbandonata e ignoti hanno
scaricato altri rifiuti all’interno. Dentro vi sono ancora 50.000
tonnellate di rifiuti mentre rimangono i rischi legati all’età
degli edifici e a trombe d’aria e alluvioni, sempre più frequenti.
I
cittadini si chiedono: se le autorità italiane, a petizione aperta,
stanno affrontando il problema con i ritardi che abbiamo visto, cosa
succederebbe se la petizione venisse chiusa? La situazione potrebbe
solo peggiorare. Evidentemente sono necessarie ulteriori inchieste da
parte della Commissione europea, non solo per accelerare la ricerca
di fondi, ma perfino per utilizzare quelli già disponibili.
Questo è il link per seguire il dibattito lunedì 28 novembre in streaming: http://www.europarl.europa.eu/ep-live/en/committees/video?event=20161128-1500-COMMITTEE-PETI
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