ANCORA RISCHIO ALLUVIONI PER LA EX C&C
È passato un
anno dall’asporto delle 2.772 tonnellate di rifiuti dalla ex C&C
di Pernumia. Altre 49 mila tonnellate, il 90%, rimangono saldamente
dentro quei capannoni che non possono far altro che deteriorarsi
sempre più. A dispetto di quanto assicurato dalle autorità
italiane alla Commissione Petizioni europea, cui i cittadini si erano
rivolti, l’asporto rifiuti è tutt’altro che “in corso”, la
situazione è tutt’altro che “sotto controllo”, come si era
prodigata ad affermare l’onorevole Elisabetta Gardini a Bruxelles
il 23 giugno 2016 nel velleitario tentativo di affossare la petizione
popolare. È ora di capire che la situazione è sotto controllo solo
fino alla prossima emergenza alluvione/tromba d’aria, tanto per
citare i fenomeni di rischio più frequenti. Ma se la politica
interviene tempestivamente solo nelle emergenze, i cittadini che
convivono quotidianamente con il rischio non dimenticano, e non si
rassegnano a considerare la fabbrica dei veleni una “situazione
sotto controllo”. E di questo ha preso atto anche la Commissione
Europea che mantiene tutt’ora aperta la petizione, non vedendo
all’orizzonte nessuna conclusione della vicenda.
In una lettera appena inviata alla
Regione, ai tre Comuni di Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare, al
Genio Civile, al Consorzio di Bonifica competente e al Bacino
PadovaSud, viene chiesto di attivare strumenti normativi per
attingere a fondi stanziati dal Ministero per l’Ambiente per la
prevenzione del rischio idrogeologico. In particolare si chiede che
l’area occupata dai capannoni della ex C&C e le aree limitrofe
siano inserite nelle “zone di attenzione” ai sensi dell’art. 6
lettera d) del PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico). Firmatari
del documento non sono soltanto il Comitato SOS C&C e
l’Associazione LaVespa, che da anni si battono per il problema
specifico della fabbrica dei veleni, ma anche una serie di
Associazioni attente alla salvaguardia del territorio di livello
locale e nazionale, come Legambiente, Italia Nostra, Comitato Difesa
Colli Euganei, Comitato Lasciateci Respirare e Il Colibrì, a
garanzia e testimonianza che questo è un problema che va ben al di
là dei confini comunali.
Se un’alluvione travolgesse i
capannoni già fatiscenti della ex C&C, le
49 mila tonnellate di rifiuti verrebbero dapprima “spalmati”
nella campagna circostante, e successivamente, con il ritiro delle
acque, i veleni verrebbero trascinati a ridosso della laguna di
Venezia, seguendo il naturale corso dei fiumi. Scenario improbabile?
Non proprio. Si sa che i cambiamenti climatici in atto aumentano
l’evaporazione dei suoli e dei mari, le zone aride diventano sempre
più aride, le zone piovose diventano sempre più piovose e il Veneto
è una zona piovosa. Negli ultimi sei anni i tre comuni coinvolti
hanno subito alluvioni a più riprese, il più penalizzato è stato
Battaglia Terme, ma l’ultimo episodio, di giugno 2016, ha
riguardato proprio Pernumia. E il canale Vigenzone, che sfiora la ex
C&C, è stato più volte in stato di allerta per rischio
esondazione. Questo è avvenuto il 25 dicembre 2010, poi il 16 marzo
2011.
Il 4 febbraio 2014 poi la situazione si
è presentata in modo estremamente
allarmante, in quanto mancavano pochi centimetri alla tracimazione.
Questo ha indotto Bacino PadovaTre a inviare un fax urgente al Genio
Civile di Padova per informarlo di avere provveduto a porre delle
paratie onde evitare che l’aumento del livello idrico potesse
arrivare all’ingresso dei capannoni e di conseguenza allagare gli
spazi interni e i rifiuti, e per chiedere di essere informato
tempestivamente su eventuali peggioramenti del deflusso del Canale
Battaglia. Tutto questo non basta a far considerare l’area
degna di particolare attenzione per quanto riguarda il rischio
idrogeologico?
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